(V.Meta) – Dal Milan al Milan. Non si può dire che incontrare i rossoneri porti fortuna a Fabio Borini,vittima di un altro infortunio muscolare esattamente un girone dopo la lesione di secondo grado rimediata all’Olimpico.
Allora rimase fuori due mesi, stavolta dovrebbe cavarsela contre o al massimo quattro settimane, ma per il giovane attaccante è un colpo che non ci voleva. Significa interrompere uno stato di grazia che dura dal 21 gennaio, vale a dire da quando è rientrato dal primo e più grave infortunio al flessore della coscia destra: da allora sono arrivati otto gol in dodici partite, inclusa la doppietta che ha steso l’Inter, quanto basta per convincere Cesare Prandelli a farlo esordire in Nazionale nell’amichevole contro gli Stati Uniti, lasciando aperta la porta per gli Europei. A San Siro, dove Borini ha giocato la sua prima partita da titolare con la Roma nello 0-0 con l’Inter, la maledizione Milan ha colpito ancora, stavolta sul bicipite femorale sinistro.
Intanto Luis Enrique dovrà pensare a come sostituirlo, mentre il suo nome va ad aggiungersi alla lunga lista dei romanisti fermati da problemi muscolari. Quattordici in tutto dall’inizio della stagione, che sarebbero potuti diventare quindici se gli esami di ieri non avessero scongiurato l’ipotesi di una lesione per Francesco Totti. Fra dicembre e gennaio problemi anche per De Rossi (pubalgia), mentre un allenamento è fatale a Osvaldo, che il nove gennaio si procura uno strappo agli adduttori e sta fuori un mese e mezzo, poco in relazione all’entità del danno. Sabato al Meazza, nuovi guai per Luis Enrique. Sarà che anche il Milan quanto a infortunati non se la passa bene («ce ne sono troppi, c’è qualcosa che non va», ha detto Ibrahimovic nel dopo gara), ma la Roma non può lamentare neanche i troppi impegni, visto che non ha fatto l’Europa League. Perdere Borini in questo momento significa rinunciare all’attaccante più in forma del momento. Intanto Fabio – che dopodomani compie ventun anni – ha già cominciato a lavorare per non perdersi il finale di stagione. Del resto, come ha sempre detto, le cose facili non gli sono mai piaciute. (…)