(S. Romita) – Del fatto che nessuno, che sia intellettualmente onesto, potesse pensare che la Roma in questa sua prima stagione del nuovo corso avrebbe concretizzato gioco e risultati, abbiamo già detto. Basterebbe scorrere i nomi dei giocatori per capire che troppo è cambiato e che occorre del tempo. Del fatto che ci piace attaccare e che non ci è mai piaciuto fare le barricate in difesa per poi sperare in un “golletto” fortuito su corner – e quindi va bene Luis Enrique – abbiamo già detto. Che alcuni giocatori non ci sembrano all’altezza né del gioco che si vuole fare, né della Roma, abbiamo scritto. Almeno dalla sconfitta a Siena.
E ci siamo dilungati a dovere anche sulla bontà di grandi calciatori (Pjanic, Osvaldo, Stekelenburg, Heinze, Lamela, e Gago su tutti) in cui crediamo ciecamente. Siamo orgogliosi del ritorno di Baldini a Roma, perché rappresenta i valori del calcio in cui crediamo e la lotta continua per affermarli. E confermiamo, ancora una volta, che pur feriti dall’ultima partita in casa, si deve avere una pazienza di Giobbe perché altrimenti si rischierebbe di naufragare nell’ignoto e nel caos. Cosa che né noi tifosi, né tanto meno campioni come Totti e De Rossi, meritiamo. Qualche rimedio però va portato, perché la troppa pazienza non si trasformi alla lunga in coglioneria. E si sa che a Roma tutto può essere tollerato tranne che passare per fessi.
Ma anche questo, sia pur con toni più amabili, l’ha già scritto con chiarezza Carmine Fotia nel suo ultimo editoriale. Attendiamo dunque. Che le cene di squadra portino consiglio e voglia di riscatto. E che domani, a Palermo, si metta ordine dietro e si concretizzi di più lì davanti con qualche tiro in porta in più. Magari nello specchio. Nel frattempo rendiamo omaggio all’acquisto che per me è il più importante della nuova Roma: Walter Sabatini. Senza di lui, che per fortuna nostra ci ama e resterà, la pazienza giallorossa sarebbe forse in via di estinzione. Ha mostrato il petto ai colpi nemici in più occasioni, a partire dal caso Totti in poi, e si è assunto ora l’onere di qualche sbaglio della Società nella campagna acquisti invernale.
Ci resta difficile pensare che la mancanza di difensori di peso sia attribuibile al suo aver sottovalutato la questione. Le fasce della Roma sono lì, davanti agli occhi di tutti. Anche di Luis Enrique. E anche al centro, probabilmente, Burdisso andava rimpiazzato subito. Chiunque, nonostante i risultati di dicembre offuscassero un po’ la vista, aveva ben chiara la cosa. Ma Sabatini è così avvolgente e convincente, con il suo lessico colto, il fumo che sale, l’amore per i valori reali dello sport, che vogliamo abbracciarlo sinceramente. Per essersi messo la croce sulle spalle oggi, nel momento di maggior difficoltà, e averla voluta portare in salita. Speriamo non fino al Golgota. Questo mix d’artista francese, poeta italiano, commerciante arabo – come il suo ruolo e le sue estenuanti trattative di mercato esigono – ci permette di non perdere l’equilibrio. Sappiamo tutti in cuor nostro che il futuro ci darà ragione e grandi soddisfazioni. Ne siamo consapevoli quando lo sentiamo parlare. E nelle pause che fa durante i suoi ragionamenti ci sembra quasi che il domani stia arrivando già. E il domani è Palermo