(G. CACCAMO) –Buono l’approccio della Roma alla partita contro il Palermo, ordinata nella gestione del pallone, determinata nel pressing sugli avversari, ma sopratutto veloce e rapida nelle verticalizzazioni negli ultimi 20 metri; i tagli di Borini sono spesso premiati dai compagni e mettono in forte difficoltà la retroguardia rosanero che soffre la pressione avvversaria nelle fasi di ripartenza. La manovra romanista appare più spigliata e precisa del solito, senza sbavature nelle fasi di costruzione del gioco, ficcante negli improvvisi lanci verso la porta palermitana; l’intensità e la velocità del gioco romanista, la disponibilità di tutti i giocatori nel muoversi in sontonia con la squadra, consentono agli attaccanti romanisti di manovrare spesso e volentieri negli spazi e in velocità offrendo anche sprazzi di buon gioco. Mai in inferiorità numerica la difesa, supportata in ogni frangente dal ripiegamento non solo del centrocampo, ma anche del lavoro assiduo e costante degli attaccanti bravi nel far ritardare le ripartenze palermitane, consentendo il riposizionamento delle linee di difesa.
Solo il finale mette in una qualche apprensione Lobont, su fasi concitate e confuse nell’area romanista: in definitiva un primo tempo incoraggiante e di buon auspicio per affrontare le incognite della ripresa. Il rientro dagli spogliatoi trova un Palermo rinfrancato e più convinto nel tentativo di riprendere il risultato, costringendo a volte la Roma a difendersi con il coltello tra i denti nella propria area, e con il passare dei minuti ad operare quasi esclusivamente con contropiedi micidiali ma non decisivi, non riuscendo specie nel finale a mantenere il possesso palla e rallentare la pressione del Palermo.
Solo a tratti la Roma ripete le belle geometrie e la stessa padronanza di gioco così ben espresse nella prima frazione di gioco, patendo oltre misura la pressione dei centrocampisti rosanero; sa comunque soffrire l’undici giallorosso, coeso e raccolto quando serve, disposto al sacrificio anche con le punte prime a pressare gli avversari e a presidiare con attenzione le fasce. Una partita finalmente disputata con una certa omogeneità di applicazione nelle varie fasi di gioco e momenti di gara, sufficentemente coerente negli atteggiamenti e nelle attenzioni per tutto l’arco della partita, lasciando un’impressione di solidità e di compattezza così poche volte espresse in questo campionato.