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IL ROMANISTA. Totti-Mexes amici sempre

Totti e Mexes

(C. ZUCCHELLI) – Dopo Totti e De Rossi per molti anni per i romanisti c’è stato lui. Capelli biondi come gli altri due, un accento francese che col tempo è quasi scomparso per lasciare spazio a una cadenza romana (e tanto romanista) e parole continue d’amore verso quella che per anni è stata la sua squadra. Quella di stasera per Philippe Mexes non sarà una partita come le altre. Probabilmente la vedrà dalla panchina, a meno che Thiago Silva non venga risparmiato in vista della Champions, ma se c’è una certezza è che le emozioni per lui saranno forti. Lo ha detto in settimana: «Ritroverò tanti amici, soprattutto Totti e De Rossi» e ritroverà quella maglia che per anni si è sentito addosso come una seconda pelle. E che ancora adesso non riesce a dimenticare. Giovedì, qualche minuto dopo la vittoria della Primavera in Coppa Italia, su Facebook ha scritto: «Brava Roma e ragazzi fortissimi. E bravo anche Alberto». L’addio, dopo l’infortunio al ginocchio del 3 aprile di un anno fa, è stato tutto tranne che indimenticabile, mentre su tutto quello che Mexes ha vissuto nei suoi anni romani ci si potrebbe scrivere un libro. L’amicizia con Totti, in caso, occuperebbe un capitolo importante. Si potrebbe cominciare così, con le parole che Philippe ha rilasciato in patria quattro anni fa. Si parlava, già allora, di un interesse del Milan nei suoi confronti. Lui faceva il vago («fa piacere l’interesse di una società così importante, ma per adesso sto bene alla Roma e spero di restare qui a lungo») mentre era più preciso quando gli veniva chiesto della sua amicizia col Capitano: «Cosa mi piace di Totti? Che gioca da Dio. Di Francesco, invece, adoro il fatto che ti dà subito fiducia e tanta gioia. Stare con lui mi rallegra le giornate». E le serate. Ne hanno vissute tante insieme: in campo e fuori. A San Siro, anche. Ci hanno vinto la Coppa Italia, la prima della loro carriera, contro l’Inter e poi si sono presi anche la Supercoppa. E ci hanno battuto dopo una vita proprio il Milan. Era l’11 novembre del 2006, un sabato sera, la Roma batte i rossoneri con una doppietta di Totti. Mexes gioca fino al 32’ del secondo tempo, poi viene sostituito da Ferrari. In campo pure Aquilani che si regala uno dei gesti tecnici più belli della sua carriera. Al fischio finale il francese, tra i migliori in campo, dice: «Sono uscito zoppicando perché non ce la facevo più, mi faceva malissimo la coscia sinistra, però quando mi sono seduto in panchina già non avvertivo più dolore. Ci ha pensato il mio straordinario Capitano a farmelo passare ». Non solo: quando era a Trigoria Mexes diceva sempre che aveva avuto la fortuna di dover affrontare Totti solo in allenamento e quando si è trasferito a Milanello non ha cambiato idea. Nella sua prima intervista ufficiale da rossonero, a giugno, ha spiegato: «Francesco è un idolo per me come uomo e come giocatore: senza di lui non sarei qui e ora diventa un problema marcarlo». Stasera, se dovesse giocare, ci proverà. E cercherà di impedire all’amico di tornare al gol in trasferta dopo quasi un anno (Bari-Roma, primo maggio 2011). Stasera nemici, amici sempre quindi. Con la speranza che a sorridere sia solo uno dei due

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