(D.Giannini) – Avete presente quanti sono416 gol in Serie A? Un’infinità. Roba che per arrivare ad una cifra del genere devi mettere in fila uno dopo l’altro decine e decine di ottimi calciatori.
Oppure basta trovarne due, ma eccezionali. Oggi, peraltro, la ricerca non sarebbe affatto complicata, perché i due fenomeni in questione si ritroveranno uno accanto all’altro, a Trigoria. Roberto Baggio e Francesco Totti tornano a incontarsi, anche se non in campo. Per lo meno non entrambi. Oggi e domani il divin codino sarà al Bernardini per la nona settimana di lezioni del corso Master per l’abilitazione ad Allenatori professionisti di Prima categoria che sta facendo insieme a tanti altri ex giocatori. Insomma, il super corso di Coverciano in trasferta per andare a lezione dallo staff tecnico della Roma (la settimana scorsa erano andati a far visita al Bologna), per assistere agli allenamenti dei giallorossi. Ci sarà anche Francesco, lui e Baggio si incontraranno, si stringeranno la mano e sarà come un salto indietro nel tempo di 11 anni esatti. C’è una foto su internet, non è difficile da trovare basta digitare le parole Baggio e Totti su qualsiasi motore di ricerca e appare un’immagine carica di ricordi.
In occasione di quel record, nel maggio scorso, Baggio disse: «Totti ha lottato tantissimo e ha vinto ogni sfida, ha sempre dato il massimo mettendo amore in campo e fuori e, per tutto ciò che ha fatto, merita questo tipo di soddisfazioni. Va applaudito, perché non è facile per nessuno. Lui, come tutti quelli che subiscono grandi incidenti, ha fatto venire tanti dubbi, ma chi ha coraggio, orgoglio, sa che da lì si può ripartire. Dico a Totti di non mollare, di non fermarsi, di puntare al prossimo record, perché ha la forza e se la condizione lo reggerà potrà fare ancora molti gol». Come quelli che Baggio fece nel suo finale di carriera a Brescia. Uno su tutti, quello dell’1 aprile 2001, appena una manciata di giorni dopo quel Roma-Brescia appena raccontato. Quel pomeriggio grazie a Baggio, la Roma si cucì sul petto un altro pezzetto di scudetto: lancio di 30 metri di Pirlo (allora ancora al Brescia) e poi un’invenzione da fuoriclasse, un tocco delizioso che era uno stop e un dribbling allo stesso momento. Van der Sar a terra, il pallone in rete e la Juve che non va oltre il pareggio. Magari oggi quando si incontreranno i due avranno modo di ricordare quel gol, di affondare nei ricordi di due carriere così esaltanti eppure così diverse. Da una parte uno che di maglie ne ha dovute cambiare tante, dall’altra il simbolo e la bandiera di una sola squadra. Da una parte l’uomo che è arrivato ad un rigore da un Mondiale che aveva vinto quasi da solo. Dall’altra il giocatore che l’ha vinto proprio grazie ad un suo rigore e che senza una volontà di ferro quel Mondiale non l’avrebbe neppure giocato. Storie diverse di due grandi campioni, di 416 gol (211 Francesco, 205 Roby) in serie A. Tanta roba