(A.Austini) – Smascherata la bufala, agli inquirenti che indagano sul tentato complotto ai danni dei dirigenti della Roma manca la risposta chiave: chi ha inventato il falso dossier su Franco Baldini e Mauro Baldissoni?
Il momento della verità è vicino. E a Trigoria lo aspettano con ansia. «Non ho niente da dire – spiega il dg romanista Baldini –non sono io che devo farlo». Presto gli indagati saranno costretti a spiegare. Tra lunedì e martedì verranno recapitati i mandati di comparizione ai quattro iscritti al registro: Roberto e Francesco Renga, Mario Corsi e Giuseppe Lomonaco. «Un gruppo di lavoro» come lo ha definito lo stesso Roberto Renga. Gli interrogatori inizieranno dopo Pasqua. Al momento il reato ipotizzato è quello della ricettazione ma gli eventuali capi d’accusa potrebbero essere diversi. Resta da scoprire chi e con quale intento ha trascritto un falso scambio di sms tra Baldini e Baldissoni per dimostrare la loro appartenenza alla massoneria.
Uno dei nemici dichiarati di Baldini, Luciano Moggi, nega ogni coinvolgimento dopo che il suo nome è stato accostato alla vicenda: a pochi giorni dall’ultimo incontro con Corsi, Calabresi è stato infatti ricevuto da Moggi come raccontato dalla stessa «Iena» agli inquirenti. «Mi sono rotto le scatole, io non so nulla di questo dossier – accusa l’ex dg juventino – vengo tirato in ballo da uno che per provare a intervistarmi si è vestito da cardinale». Pronta la replica: «Moggi non mi aveva mai chiamato prima – spiega Calabresi – mi ha fatto andare in uno studio legale e stava con due avvocati, ma per non dirmi nulla. All’inizio dell’incontro mi ha chiesto di mio figlio: “Lo conosco, lo possiamo seguire” mi ha detto e io mi sono sorpreso. Mi è sembrato strano che questa chiamata fosse arrivata proprio nei giorni in cui avevo girato i filmati sulla vicenda».Gli inquirenti vogliono andare a fondo. Oltre a Moggi, i sospetti sui «mandanti» cadono su una serie persone che gravitano attorno alla famiglia Sensi, gente «tagliata fuori» dalla nuova Roma in seguito all’avvento degli americani. Dopo il servizio trasmesso giovedì notte da Italia Uno, ieri Corsi e lo Lomonaco si sono difesi durante la loro trasmissione su Centro Suono Sport, denunciando una ricostruzione fuorviante dei fatti da parte di Calabresi. Alle «Iene» non manca il materiale per rispondere all’accusa: tra video e telefonate registrate si arriva a tre ore. I legali della Roma si limitano a ricordare che l’indagine è partita dall’esposto presentato da Baldini e Baldissoni, viene da sé che a Trigoria considerino totalmente falso il dossier.