(A. AUSTINI) – La Roma risale sull’altalena che la ributta all’indietro, nel cuore dei tanti difetti da cui non riesce a liberarsi. Dopo due vittorie di fila finisce ko a San Siro e oggi rischia di allontanarsi di sette punti dal terzo posto ed essere raggiunta al sesto da Inter e Catania. La sintesi del perché è raccolta in tre episodi: con i giallorossi in vantaggio 1-0, Totti si invola da solo verso la porta e preferisce un innocuo cucchiaio alla botta; dall’altra parte Kjaer dorme, Ibrahimovic cattura il pallone decisivo e regala la partita al Milan. Questo il «Bignami» della gara, aggiungendo in mezzo un rigore giusto assegnato ai rossoneri, ma clamorosamente viziato dal fallo di El Shaarawy su Heinze. La serata del «Meazza» dice comunque tante altre cose a Luis Enrique.
Ad esempio, che la sua Roma sarebbe prima in classifica se le partite finissero al 45′, in zona retrocessione se contasse solo la ripresa. Difficile pensare che sia solo un caso. Ieri è arrivata l’ennesima rimonta subita e la tredicesima sconfitta stagionale: davvero troppo per puntare alla Champions. La Roma ha fallito l’esame da grande e ha pagato la sua immaturità. Ha perso contro la capolista nel preciso momento in cui ha avuto la presunzione di provare a batterla: l’ultimo cambio di Luis Enrique – Lamela per Gago – l’ha sbilanciata in avanti. Se avessero segnato i giallorossi, applausi. Ma è finita al contrario, con il gol dello svedese che tiene lontana la Juventus e avvisa il Barcellona: il Milan è pronto. Il primo tempo è filato via senza emozioni. Dopo nove minuti i rossoneri hanno perso Thiago Silva e la difesa ha tremato, con Zambrotta largo e Bonera spostato al centro. Leggendo la formazione di Allegri, il rimpianto romanista è grande: tante forze sono state risparmiate in vista della Champions, ma Totti & Co. non ne hanno approfittato. Proprio il capitano, insieme a De Rossi, sono gli uomini che hanno abbandonato per un giorno la Roma. Immobile il numero dieci, senza grinta e personalità il centrocampista, con l’aggravante di un rigore causato pur senza volontarietà. Il Milan, invece, ha sfruttato appieno il suo migliore: due gol pesantissimi per Ibra, migliore dei suoi con distacco. Ai punti la vittoria ci sta tutta visto che Stekelenburg è stato il migliore della Roma, mentre Abbiati ha fatto appena una parata su Marquinho. Al 40′ la prima svolta: palo di El Shaarawy da una parte, gol di Osvaldo su gentile concessione della difesa milanista dall’altra.
A inizio ripresa l’occasione fallita da Totti, preludio della rimonta: De Rossi ha «parato» un tiro di Ambrosini e Ibra dal dischetto ha spiazzato Stekelenburg, ex compagno ai tempi dell’Ajax. Allegri ha provato subito a vincerla con Boateng al posto del deludente Emanuelson, Luis Enrique ha risposto con una mossa doppia: Pjanic trequartista per Totti e Bojan per Borini. La Roma, dopo aver rischiato il tracollo (altro legno di Muntari sul tiro deviato dal portiere olandese), ha dato l’impressione di potercela fare ma non ha saputo sfruttare la freschezza del nuovo attacco. Uscito Gago per Lamela, ha regalato l’ennesimo gol della stagione all’avversario: grave l’errore di un Kjaer non male fino a quel momento, ma ancora una volta decisivo in negativo. Alla fine ride solo il Milan, la Roma torna a Trigoria a studiare. Il rischio di essere rimandati a settembre è sempre più alto.