“Noi sosteniamo le vostre idee…ma la nostra voce merita sfide europee”. E’ iniziata così la partita della Sud di ieri sera. Con l’ennesimo striscione srotolato per ribadire l’estremo sostegno alla squadra ed alla società. Per ribadire ancora una volta la passione indiscussa e disinteressata verso quei colori che tanto amiamo. Già prima di Roma-Lecce con “Mai schiavi del risultato” la Sud aveva lanciato un segnale d’amore forte, forse il più forte in anni di tifo, suggellando un matrimonio pieno di romanticismo. Un romanticismo d’altri tempi, che solo in pochi possono capire. Ed in questa storia d’amore fantastica l’unica cosa che chiedono i tifosi è che dentro al campo venga tirata fuori quella grinta che loro domenica dopo domenica tirano fuori sugli spalti per condurli, mano nella mano, fino alla vittoria. Vittoria che ieri sera è arrivata, grazie al sostegno di una curva più bella che mai. Carica e roboante. Per sentirla bastava aprire le finestre di casa propria. Una curva che ha lasciato a bocca aperta tutti quanti. Dando l’ennesima lezione di tifo a chi quei colori che dice di amare li sostiene solo nei momenti più belli, saltando troppo facilmente sul carro dei vincitori. Ma la Sud no. La Sud è tutta un’altra storia, e come in tutte le favole più belle è proprio nel momento del bisogno che tira fuori gli artigli e si fa sentire come non mai. E ieri sera lo ha fatto, insegnando a chi sa solo blaterare e criticare come si fa tifo, come si tifa una squadra e si vince una partita. “Tifare è un dovere di tutti, riuscirci è un onore di pochi” recitava una scritta sui muri di qualche tempo fa. E i ragazzi della Sud ieri sera sono saliti in cattedra ancora una volta per spiegare una delle lezioni più difficili, davanti a migliaia di tifosi attenti a guardare ed a prendere appunti. Ed anche se la lezione era assai complicata da mandare giù, a modo suo la Sud l’ha fatta capire in pochissimi secondi, ribadendo uno dei concetti cardine di quella che è la propria passione ed il proprio attaccamento viscerale a questi colori: che la Roma non si discute, si ama!
A cura di Edwin Iacobacci