(F. Bianchi) – Già il nome non era mai piaciuto. Tessera del tifoso. Sì, perché in qualche caso era stata vista come tessera di polizia, o si era trasformata in una tesserabusiness, facendo gli interessi (solo) delle banche. Ora basta. Dal prossimo anno si cambia. Addio, quindi, alla tessera del tifoso. Si chiamerà fidelity card.
Ma la decisione fa subito litigare il vecchio e il nuovo governo. Con parole durissime di Roberto Maroni, ex Ministro degli Interni. La novità è stata annunciata dal direttore generale della Figc, Antonello Valentini: «La fidelity card sarà meno di controllo e più legata alla responsabilità dei tifosi dei club, con procedure snellite e molti servizi per chi se ne dota. Un’apertura di credito importante».
E’ stata in vigore due anni, la tessera del tifoso: oltre un milione di supporter (esattamente 1.014.371) l’hanno sottoscritta, molti a malincuore. Ma era (è) obbligatoria per chi vuole abbonarsi o andare in trasferta. Adesso il neoministro dell’Interno, Anna Maria Cancellieri e il capo della polizia, Antonio Manganelli, hanno deciso che è arrivato il momento di dare fiducia ai tifosi e non rendere loro la vita difficile, come è successo (troppe volte) in passato. Importanti anche il parere del garante della privacy e del Consiglio di Stato per bocciare alcuni aspetti della tessera. Ma l’ex ministro Roberto Maroni attacca: «Hanno vinto le tifoserie ultras e violente. Hanno vinto quelle società come la Roma (di cui è tifosissima la ministra Cancellieri) che non avevano mai accettato le regole. La tessera aveva dato buoni risultati, lo h a detto anche il Viminale, ma hanno vinto ancora una volta le lobby del calcio». Manganelli assicura invece che la “tessera del tifoso si evolve, ma non cambia, manterrà le sue caratteristiche e sarà sempre necessaria per le trasferte e gli abbonamenti».
Allora, cambia soltanto il nome? È un’operazione con l’inganno? Non dovrebbe essere così, almeno nelle intenzioni: le procedure per la futura ‘‘fidelity card’’ verranno di molto snellite, garantisce la Figc. Si otterrà in un breve tempo (massimo un mese). Servirà, è vero, sempre un documento d’identità ma non si passerà più dalle banche e si avrà in pratica una card a punti che, come tante altre (supermercato, librerie, benzinaio, eccetera), darà servizi e sconti.Spiega ancora Valentini: «Tra l’altro, così si supera l’effetto ingiustamente negativo del messaggio passato all’avvio dell’iniziativa: ovvero di un meccanismo di operazione di polizia. Nessuna intenzione, ovviamente, da parte della Figc di dare il via libera ai violenti». Prudente Lorenzo Contucci, avvocato degli ultrà: «Il segnale è positivo ma adesso bisogna fare il passo avanti decisivo, cambiando l’articolo 9 che ne vieta il rilascio a chi ha scontato il Daspo o una condanna. Altrimenti rischia di rimanere solo un’operazione di facciata». Secondo i Radicali invece resta«uno strumento di polizia, anche se dovesse chiamarsi fidelity card…».Per la Federsupporter invece è “un grande successo”. Ma i club di calcio adesso non si potranno più nascondere.