Ricompattarsi e ripartire, con una squadra rimaneggiata ma con idee ben chiare. Iniziare un nuovo campionato, dodici giornate di verità, per tutti e per nessuno. Luis Enrique, sigillato come un copyright al fianco del nuovo logo giallorosso targato USA (“No Luis, no party”) avrà tempo e modo di plasmare, in attesa dei giusti rinforzi, la sua creatura: a Palermo (guarda caso) ci sarà spazio e vetrina per due che hanno iniziato a far crescere una reputazione calcistica proprio sul prato verde del “Barbera. Il campionato di Kjaer probabilmente deve inziare proprio dalla Sicilia (anche se il prestito gratuito per un’altra stagione con il Wolfsburg sembra cosa certa) ma deve soprattuto iniziare ad autoconvincersi di poter dare il proprio contributo; per Simplicio, l’ennesima occasione di confermarsi un giocatore utile nel turn over ma non un tassello su cui basarsi per il futuro. Li osserverà Sabatini, che a Palermo li portò e che ha invitato di recente qualcuno a seguire il suo cammino. Strade che s’incontrano insomma, corsi e ricorsi storici diceva Giambattista Vico. I numeri non sono dalla nostra parte: nelle ultime trasferte nel capoluogo palermitano abbiamo gioito rare volte, veniamo da due pesanti sconfitte consecutive e l’uomo più prolifico della stagione cena da solo mentre il resto della squadra si diverte. Meglio soli che mal accompagnati direbbe qualcuno, meglio iniziare a fare punti per mettere a tacere tutti, direbbe qualcun altro.
A cura di Andrea Di Carlo