Eccoci qui, all’indomani di uno straordinario spettacolo di sport e tradizione popolare come è stato il derby Roma- Lazio dello scorso 4 marzo. La solita incredibile cornice di colori e paure, con i livelli d’ansia che continuavano a salire sin dall’inizio della settimana precedente.
In campo, poi, è stata battaglia vera. Ha prevalso la Lazio, meritatamente avvantaggiata in classifica su una Roma ancora alla ricerca di sè stessa. Il 2 a 1 finale per i biancocelesti è stato quindi il frutto di una partita controllata senza grandi patemi dalla squadra di Edy Reja, arrivato alla seconda vittoria nella stracittadina in questa stagione, eguagliando l’impresa del ben più titolato predecessore Sven Goran Eriksson.
E allora? Perchè non godersi appieno un pomeriggio di calcio e di vera e propria Storia romana?
La colpa è dei soliti idioti (quelli veri e non la loro patinata copia cinematografica), nascosti in entrambe le curve, in formazione fortunatamente più che minoritaria.
I cori razzisti, questa la loro espressione più alta, contro il difensore brasiliano della Roma Juan e contro il suo omologo laziale, Modibo Diakitè.
Il brasiliano, confessa qualche tifoso presente allo stadio, ha provocato la curva laziale ma, sinceramente, giustificare insulti guidati dal colore della pelle è impossibile.