Dopo la brutta batosta subita allo Juventus stadium contro i bianconeri per 4-0, il tecnico asturiano Luis Enrique incontra la stampa in vista del recupero della 33esima giornata contro al Fiorentina, previsto per domani pomeriggio alle ore 15:00. Assieme al tecnico spagnolo si presenta in sala stampa, a sorpresa, anche il Dg Franco Baldini, per chiarire la situazione in un momento particolarmennte delicato.
Che risposte può dare al fatto che le aspettative non sono quelle che si intravedevano all’inizio? Ci si aspettava un rendimento con più identità e meno alti e bassi. Perché siamo arrivati a questo punto?
“Sto pensando (silenzio prolungato). Dal primo giorno che sono arrivato qua non ho mai pensato che avrebbe fatto la suqadra: non sapevo i calciatori che avremmo preso, cosa sarebbe successo in campionato. Dopo questo percorso, dopo tante giornate la squadra è ancora in lotta per la Champions, anche se a 5 punti non siamo troppo vicini. Ed è molto vicina a lottare per l’Europa League. Questa è la verità, poi ognuno ha il suo pensiero: gli allenatori si giudicano per i risultati e questi sono quelli della Roma di Luis Enrique ad oggi. Poi vedremo che succede”.
Non la sentiamo più dire che vede una buona Roma, perché in effetti la Roma non è più bella. Mesi di lavoro dovevano fare crescere la squadra da questo punto di vista. Come si spiega questa involuzione?
“Perché questo è il calcio. Credi che dopo 8 mesi non possa succedere? Succede anche dopo 8 anni, trovi una squadra più brava della tua. Io vedo l’identità di questa squadra, la vedo ogni settimana. Voi no, io rispetto il vostro pensiero. So che è difficile da spiegare una sconfitta del genere e che è bruttissima. Facciamo arrabbiare i nostri tifosi, ed è giusto, e siamo più delusi. Non ho mai nascosto la mia responsabilità e tutto quello che rappresenta essree l’allenatore della Roma. Ma non credo che ci sia un problema di identità”.
Dare la formazione solo un’ora prima dell’inizio del match, rende più difficile per la squadra metabolizzare le tue decisioni?
“Abbiamo già parlato delle decisioni prese su Osvaldo e De Rossi, sono convinto di avere fatto il meglio per la squadra. Totti è il calciatore pi imporatante della squadra per quello che rappresenta, ma purtroppo ha 35 anni e non giocherà fino a 50. Magari fosse così. La squadra però non deve pensare che senza Francesco è tutto finito, perché il furut della Romaè senza Francesco in campo, forse con Francesco in panchina o in Presidenza o vicino alla squadra. Lui dà il 100% quando entra in campo e quando è in panchina e i calciatori che non sono abituati a questo devono abituarsi, perché Francesco non giocherà per tutta la vita. E’ ancora il calciatore più importante della Roma e ho spiegato la mia scelta tecnica contro la Juventus, magari per tutti è sbagliata e mi prendo la responsabilità perché è il mio lavoro. Ma ho sempre preso decisioni convinto”.
E’ pronto a ribadire che vuole rimanere 4-5-10 stagioni a Roma?
“Ho scherzato tantissimo, ma ora non credo sia il caso di farlo. Qualcuno può morire se lo dico ora che posso rimanere 10 anni. Non si sa mai nel calcio, questo è un anno molto speciale. Mi hanno dimostrato grandissimo rispetto tifosi, società e calciatori. E non si sa mai nel calcio, ma tranquilli che non saranno 5 anni”.
C’è autocritica di fondo da parte della società. Lei, dal punto di vista tecnico, quale autocritica si sente di fare parlando ai tifosi?
“Ho sbagliato in tutto, al 100%”.
Molti hanno considerato la scelta di mettere Perrotta contro la Juve come una scelta di sconfessare il suo credo calcistico e cambiare registro…
“Non pensavo questo. Pjanic è un tre-quartista dal primo giorno che è arrivato, anche se abbiamo provato a farlo giocare come interno. Contro la Juve c’erano un trequartista e due punte, con Perrotta che era evidentemente un interno, Pjanic trequartista e le due punte Osvaldo e Borini. Certo stare 2-0 al minuti 8 ha cambiato tutto. Abbiamo iniziato ad un livello molto inferiore a quello dell’avversario e siamo stati puniti. Ne avevo parlato nella conferenza stampa precedente: avevo detto che saremmo stati puniti se avessimo fatto errori. Contro di loro se al minuto 8 non hai l’atteggiamento giusto vai in difficoltà e così è stato”.
Ha appena detto di avere sbagliato tutto e di sentirsi responsabile, ma Baldini ha speso parole importanti per lei e ha parlato di fiducia illimitata. Lei darebbe fiducia ad un tecnico che dice di avere sbagliato tutto?
“Dimmi cosa vuoi che dica e lo dico. Ho sempre detto che la responsabilità è mia per quello che succede, perché lo penso. Certo è una frase fatta. Di ciò di cui devo parlare con Baldini e la società ne parlo con loro, e allo stesso modo con i calciatori parlo faccia a faccia”.
Lei attraverso questi microfoni parla anche ai tifosi…
“Ho sempre detto che la cosa più importante è il rispetto per i tifosi. Con voi però è diverso… Alcuni di voi… Non so dove lavorate e non mi interessa”.
A noi però interessa dove lavora lei, noi facciamo il nostro mestiere e dobbiamo farle domande a cui lei deve, cortesemente o scortesemente, rispondere. I tifosi devono pensare che la Roma è in mano ad uno che dice di avere sbagliato tutto?
“Vuoi che ti dica che ho fatto tutto bene al 100%?”.
Noi la abbiamo ascoltata tutto l’anno, oggi poi Baldini entra in scena in modo importante. Le chiedo solo cosa ha sbagliato e perché? E’ un’occasione per parlare serenamente…
“Sono serenissimo. Sicuramente ho sbagliato in tutto, così la vedo io e così la vedrò. La cosa importante non è vincere, ma essere orgoglioso di quello che stai facendo. Ripeto che continuo a pensare che quello che sbalgio è solo colpa mia. Tutto quello che la squadra fa male è colpa mia e tutto quello che di bene fa, e qualcosa sarà se stiamo a 50 punti, è merito dei calciatori…”.
Credo che se pensasse di avere sbagliato tutto si sarebbe dimesso. Crede che le sue idee non siano adatte al calcio italiano? Il gioco è leggibile sia per le piccole che per le grandi… Il problema di Torino nonè avere perso, ma come si è perso e su questo forse può dare qualche spiegazione.
“Quale è la domanda? Mi sono perso per favore…”.
Crede che la sua idea di calcio sia adatta al calcio italiano?
“Si lo credo totalmente e l’ho visto in questa stagione in qualche partita. Ho sentito parlare gli avversari e gli allenatori, ci sono differenza tra calcio italiano e spagnolo, ma sono le normali differenze e non sono un impedimento. Totalmente adatto. Il giorno in cui la società non avrà fiduca in me andrò via, il giorno in cui i giocatori nonmi seguiranno andrò via, il giorno in cui i tifosi non mi vorranno andrò via. Però il giorno in cui mi criticate, non vado via”.
Non è mai appartenuto alla storia della Roma andare a Torino e non disputare la gara.
“Questo è vero e noi soffriamo per questa situazione. E’ spiacevole perdere così e vedere una partita finita al minuto 8 o al minuto 30 dopo il rigore e l’espulsione. Si può vedere che noi soffriamo e io mi sento che è importante la partita con la Fiorentina, anche se non ne avete parlato dopo 20 domande. Se la vinciamo andiamo a 53 punti e siamo ancora vicini a tutto quello per cui si lotta, anche se capisco che interessi di più sapere cosa ho sbagliato. Però mi concentro su quello che sarà importante per la squadra. Capisco che i tifosi siano arrabbiati e che vogliano mostrare il loro disappunto, lo sappiamo e lo meritiamo. Quando uno esce dal campo così dà un fastidio incredibile, ma dal giorno seguente io ho fatto allenamento, ho cercato di vedere cosa va migliorato e di pensare alla partita che ci dà ancora la possibilità di lottare per l’Europa”.
8 reti subite nelle ultime due gare in trasferta, con due squadre molto diverse tra loro. Si spiega questa differenza di approccio e di atteggiamento lontano dall’Olimpico?
“E’ difficile da spiegare, esattamente non lo so sennò lo avrei cambiato. A inizio stagione eravamo tra i migliori in trasferta e in casa soffrivamo, ora succede tutto l’inverso. E’ difficole da spiegare, l’approccio alla partita è sempre lo stesso, e contro la Juve la motivazione era anche superiore,per la squadra con cui giocavamo e per la possibilità che avevamo di salire in classifica. E’ difficile da spiegare”.
La 15esima sconfitta stagionale, diverse sconfitte arrivate all’ultimo minuto e tante sconfitte fragorose. I giocatori non riescono mai a ribaltare il risultato, è successo solo col Novara. La squadra manca di attributi e personalità? Quanto tempo dovrà passare per vedere la sua proposta di gioco e risparmiare queste umiliazioni ai tifosi?
“Ci sono alti e bassi lo sappiamo, ma cerchiamo di pensare alla Fiorentina e a cosa succederebbe se vinciamo e a fare il meglio per arrivare alla partita. La personalità? Non parlo male della mia squadra”.
Non credo che la Roma abbia un problema tattico. Lei però ha capito dove intervenire? A volte la sensazione è che lei faccia fatica a pensare a cosa fare per riprendere i risultati e che non sappis dove intervenire. Ha individuato i problemi della Roma?
“Si, però non pensate che ve lo andrò a dire quando mancano le 5 giornate più importanti. Noi rivediamo sempre le partite dopo le sconfitte, 2-3 volte. Vediamo problemi prsonali, tecnici, tattici, ogni settimana dopo ogni partita. Ma quando mancano le 5 partite più importanti devo dire tutto al pubblico? Ci metto io la faccia, dico quello che credo debba essere e poi lavoro al presente su questi punti. Questo mi preoccupa”.
Se un ingegnere sbaglia a costruire una casa la casa crolla, se i giornalisti sbagliano vengono cacciati o messi a fare lega Pro. Lei sbaglia e un dirigente arriva qui e dice che va tutto bene. Quali sono le conseguenze per lei?
“L’hai pensata molto questa domanda eh? Si vede… Te lo dico tra 5 settimane, grazie mille”.
A cura degli inviati Nicolò Ballarin ed Emiliano Di Nardo