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AS ROMA Dotto: “Baldini è un narcisista incapace di ammettere l’errore”

Baldini in conferenza

Dopo una confusa conferenza stampa, durante la quale Baldini in primis e Luis Enrique poi hanno avuto delle diatribe con la stampa, il noto giornalista Giancarlo Dotto, è intervenuto durante la trasmissione radiofonica in onda sui 99.8 fm di Radio Ies “La Città nel pallone”, condotta da Emiliano Di Nardo, Nicolò Ballarin e Angelo Papi. Ecco le sue parole:

Quanto tempo dovrà passare prima di vedere questa proposta di gioco?

“Sono un po ancora tutti turbati da l’eliminazione del Barcellona che conferma che il calcio è uno sport sganciato da qualunque etica e mi fa ridere chi vuole inserire l’etica in uno sport così immorale. Proposta, progetto, umiliazione sono tre termini molto usati sotto la gestione tecnica di Luis Enrique. Umiliazione è purtroppo il termine più usato, nel momento in cui qualunque tifoso della Roma, deve andare a cercare nel proprio lessico, la parola giusta per esprimere quello che si sta provando in questo momento è quella la parola che viene fuori. Nella biografia di ognuno di noi le pagine più nere sono quelle legate a qualche umiliazione personale. In questo momento il tifoso della Roma è un tifoso umiliato e offeso. Le parole proposta e progetto, sono parole feticcio che hanno portato avanti società e dirigenti. Sono parole che prima scatenavano uan certa suggestione e ora sono solo degli involucri vuoti è anche un po irrisorii. Io credo che siamo arrivati ad un punto di non ritorno, dalla partita di Torino, ma già Lecce, Bergamo, e tante altre dimostrano che al di la delle dichiarazioni di facciata dei giocatori che ufficialmente stanno dalla parte di Luis Enrique, ma in campo sono delle marionette svuotate. Quello che conta poi è il responso del campo. Di Enrique parlano bene tutti, allenatori, colleghi, ma parlare bene di Enrique è facile. E’ un uomo edificante che dice cose edificanti, ma il calcio qui a Roma non sa cosa sia, non l’ha capito e non solo c’è una totale mancanza di sintonia non solo con la squadra ma anche con il contesto. Le ultime dichiarazioni sono preoccupanti perché confermano che Luis Enrique ha perso quello stile che lo aveva contraddistinto. Quindi sono pessimista se resta fino a fine campionato Luis Enrique”.

 Baldini?

“A Trigoria c’è questa sensazione che il Baldini che è tornato quest’anno sia cambiato o modificato da questa esperienza di glamour calcistico. La domanda è: ma davvero Baldini in conferenza stampa ha spiegato? Domani (oggi n.d.r.) sul Corriere dello Sport ci sarà una mia replica a proposito di questo intervento di Baldini che devo dire e lo dico con dispiacere, conferma quanto io ho scritto e cioè di un personaggio che in qualche modo è tornato a Roma con una profonda implicazione di narcisismo dirigenziale, di apparenza più che sostanza e questo lo si vede quando lui manifesta privatamente e pubblicamente la sua incapacità di ammettere l’errore, cioè di ammettere il clamoroso abbaglio della scelta di Luis Enrique che è una sua intuizione. Quando lui va a pescare Enrique non c’è nessun fondamentoche possa segnalare il fatto che sia un grande allenatore. E’ una sua idea e ha pensato che quest’ultima lo potesse consegnare alla storia. Nel momento in cui ci si accorge che è stato un clamoroso granchio, lui non riesce ad ammetterlo ed questo è un suo limite, perché ammettere questo errore sarebbe una sconfitta privata, esistenziale. In questo momento quello che è la vanità di Baldini si scontra con la Roma che in questo momento con questo allenatore non sta andando da nessuna parte. Sono sicuro che Baldini insiste in questa difesa di Luis Enrique, Sabatini  si allinea per una questione politica, ma è assai meno convinto di Baldini. Questa insistenza sta portando ad un danno grandioso, ma non è escluso che la Roma con aiutini processuali arrivi ugualmente in Champions. Cosa c’è di peggio in questa Roma e nella storia, di una squadra che ha dovuto accettare il regalo di allenatori che ad un certo punto dicono alla propria squadra si smettere di giocare”.

Zeman?

“Zeman in panchina a Pescara, in Serie B è una sconfitta per tutti noi. E’ la testimonianza di come siamo ormai incapaci di riconoscere il merito e il valore. C’è questo abbaglio di puntare sugli allenatori giovani, ma quando c’è un anziano di una validità così straordinaria, ma solcato da rughe, da storia, da una capacità di crescere dai suoi errori, questa è la vera modernità. Purtroppo uno dei tanti vezzi alla moda di Baldini è pensare di arrivare a Roma e rivoluzionare il calcio, andando a pescare un allenatore potenziale. Zeman, è la rivoluzione permanente, che ha la sua storia, i suoi cicli, i suoi errori. Lo Zeman di oggi non è piu quello del passato. La piazza sarebbe entusiasta di questa scelta, ma temo che Baldini non sia pronto. Io lo invito e lo sollecito a pescare tra i fondali della sua intelligenza da dirigente per fare una scelta coraggiosa. Luis Enrique oggi è arrivato al capolinea”.

86% dei tifosi romanisti riprenderebbe Zeman.

“Zeman ha fatto strage di cuori alla Roma. Con una squadra infinitamente più scarsa di questa ha veramente scatenato entusiasmo e piacere”.

Sulla Roma.

“I giocatori ci sono, quello che non c’è più in assoluto è la capacità di questi giocatori di capire quello che vuole Luis Enrique. Noi vediamo tristemente in campo undici baccelloni svuotati da un maestro ossessivo, che impartisce lezioni ossessive che i giocatori hanno cercato anche diligentemente di imparare. Non si riesce a produrre una sintonia”.

C’è una mancanza di carattere?

“Baldini li ha fatto una gaffe colossale che gli è costata molto perché dopo Roma-Udinese i giocatori si sono ribellati. Mi sembra che gente come Osvaldo, Heinze, De Rossi non manchino di personalità. Noi vediamo in campo una squadra svuotata, che non sa cosa fare e sono disorientati. Difendere a oltranza lo spagnolo lo trovo un errore che non fa giustizia all’intelligenza dell’uomo”.

Con Zeman almeno c’era divertimento.

“La scelta velleitaria, totalmente infondata era quella di Luis Enrique, quando si parla di Zeman si parla di un ritorno a qualcosa di assolutamente moderno. In questo momento non sono neanche in grado di comunicare il mio dispiacere, svuotati loro in campo e noi davanti alla televisione. Uno svuotamente totale, assoluto”.

Fonte: La città nel pallone, RadioIes

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