Un gol di Ronaldo al 73′ regala il 2-1 ai madridisti, dopo il vantaggio di Khedira e il pari di Sanchez. Il Barcellona sprofonda a -7 dai rivali a 4 giornate dalla fine.
Diciamo la verità: se la Liga fosse finita nella mani di una squadra sconfitta per due volte dalla seconda in classifica, sarebbe stato un trionfo dimezzato. Il Real Madrid avrebbe potuto strappare lo scettro di campione di Spagna al Barcellona anche perdendo il Clasico e vincendo le restanti 4 partite di campionato. Invece, dopo 3 stagioni di dominio blaugrana, il titolo di campione nazionale tornerà alla Casa Blanca con tutti gli onori. Perché José Mourinho rompe finalmente il suo tabù del Camp Nou, lo fa con una partita perfetta e le foto del Clasico numero 264 andranno ad arricchire l’album dei bei ricordi madridisti. Finisce 2-1 e il sigillo è di Cristiano Ronaldo.
LE SCELTE — Provare ad anticipare le formazioni di Guardiola nei big match sta diventando affare sempre più frustrante per giornalisti, tifosi e indovini: che l’inquieto e poco affidabile Piqué di questi tempi vada in panchina lo puoi anche immaginare, ma quando ti ritrovi Tello e Thiago Alcantara (41 anni in due) titolari a centrocampo e in attacco in un Clasico, alzi le mani e ti arrendi all’imprevedibilità del Pep. In vista del ritorno di Champions col Chelsea, o semplicemente perché poco brillanti negli ultimi tempi, Fabregas e Sanchez si siedono accanto al loro tecnico. Mourinho, invece, non cambia una virgola rispetto all’undici sceso in campo a Monaco: niente Lass Diarra, niente “trivote” in mediana, Benzema prima punta e Coentrao sempre terzino sinistro al posto di Marcelo.
IL MARCHIO DEI PORTIERI — La rinuncia alla difesa a oltranza in un match in cui il pareggio sarebbe prezioso è un chiaro segnale mandato dallo Special One: il complesso di inferiorità va mandato in soffitta, si va in campo per giocarsela alla pari. CR7 rafforza il concetto dopo appena 4 minuti, con un colpo di testa su cui Valdes deve intervenire in volo. Il secondo squillo di Benzema e l’ammonizione di Busquets danno l’idea dell’affanno blaugrana nelle battute iniziali. E così, quando i blancos passano al 17’, la sorpresa è molto relativa: Pepe sovrasta Adriano su un corner, Valdes esce malissimo e Puyol non regge l’attacco di Khedira, che insacca da due metri. Si potrebbe andare all’intervallo in parità, invece Casillas (27’) compie il miracolo di San Iker negando a Xavi un gol fatto. Ma il vantaggio madridista a metà gara è meritato, perché ottenuto con coraggio e difeso senza sofferenza. E Messi, una volta tanto, viene contenuto senza la solita salva di pedate sugli stinchi.
BOTTA E RISPOSTA — Nella ripresa, come prevedibile, il Madrid resiste un po’ meno alla tentazione di arretrare il raggio d’azione. Per il Barça c’è la solita diga da sfondare tra la trequarti e l’area avversaria, ma tutto sommato è un vantaggio, perché almeno può attaccare a testa bassa senza temere le controffensive. Potrebbe beneficiarne Tello (9’), ma per il giovanotto non è proprio serata: Iniesta lo libera in area, il destro finisce fuori dallo stadio. E allora, dopo un fendente di Xavi di poco largo, al 25’ il Barça decide di entrare in porta con un’azione stile rugby. L’1-1 nasce dall’ennesimo spreco di Tello, Adriano irrompe sulla respinta di Casillas, trova una deviazione che favorisce Sanchez (entrato un attimo prima al posto di Xavi) e il cileno la butta dentro in due tempi. I 99mila del Camp Nou riprendono fiato, gli amanti del brivido si trovano serviti i 20 minuti di un finale da thriller, ma dopo appena 180 secondi Ronaldo zittisce tutti. E’ Ozil a lanciare il fuoriclasse portoghese verso il 42° centro in campionato, l’uscita di Valdes è intempestiva e il Real Madrid rimette la freccia.
TEMPIO VIOLATO — E’ la mazzata definitiva per un Barça spento, che non trae energie neppure dall’ingresso di Pedro e Fabregas. Sono, anzi, Benzema e Ronaldo a sprecare un paio di ribaltamenti di fronte in superiorità numerica. Se l’ultimo assalto catalano è un tiraccio di Mascherano a dieci minuti dalla fine, diventa più che evidente il motivo per cui i marziani di Guardiola si arrendono in casa dopo 55 partite d’imbattibilità (34 nella Liga): i padroni dell’ultimo lustro di calcio mondiale sono terribilmente stanchi, mentre alle loro spalle c’è chi ha atteso una rivincita a lungo. E ora se la gode alla grande, sognando un bis a Monaco, sempre che nei prossimi quattro giorni si concretizzino la ”remontada” blanca e la “remuntada” blaugrana in Champions.
CLICCA QUI PER VEDERE IL VIDEO DELLA GARA
Fonte: Gazzetta.it