Il patron del Lecce parla della presunta combine del derby Bari-Lecce vinto dai salentini che così si salvarono e del possibile coinvolgimento di suo figlio Pierandrea: “Se mi avesse raccontato una bugia sarebbe dura per lui”.
“Credo a mio figlio Pierandrea, se non dice la verità a me a chi deve dirla? Se mi avesse raccontato una bugia sarebbe dura per lui”. Lo ha detto il patron del Lecce, Giovanni Semeraro – riporta l’edizione pugliese di Repubblica – parlando della presunta combine del derby Bari-Lecce dell’anno scorso vinto dai salentini che così si salvarono. Pierandrea Semeraro quel giorno, il 15 maggio 2011, era il presidente della società giallorossa, carica che lasciò dopo un paio di settimane; l’ex presidente è anche amico intimo di Carlo Quarta, l’imprenditore leccese indagato dagli inquirenti baresi come colui che consegnò alla vigilia dell’incontro al difensore del Bari Andrea Masiello e ai suoi amici Fabio Giacobbe e Gianni Carella, 230 mila euro per far vincere il Lecce. “Mi piacerebbe capire di più – aggiunge Giovanni Semeraro – ma non riesco a farlo. E’ un momento difficile per la mia famiglia, siamo tutti danneggiati. Non è una bella Pasqua con questo tsunami”.
Fonte: Sky