(A. Ghiacci) – Poco meno di tre mesi fa, il 24 gennaio scorso, alla prima uscita nello Juventus Stadium per il quarto di finale di Coppa Italia, si chiusero i quaranta giorni della migliore Roma di questa stagione. Il pesante 3-0 per i bianconeri cancellò in un sol colpo una serie di cinque vittorie e un pareggio (1-1 sempre con la Juventus ma all’Olimpico) che nelle precedenti sei gare (intervallate solo dalla sospensione di Catania) avevano mostrato una Roma finalmente in grado di mettere in atto il calcio di Luis Enrique, che infatti spesso ripete come «da dopo Natale ho visto ciò che chiedo» . I successi sui campi di Napoli e Bologna, prima di quelli su Chievo, Fiorentina in coppa e Cesena furono dimenticati in fretta. Oggi, con le variazioni subite dal calendari, la squadra giallorossa si trova improvvisamente di nuovo di fronte all’ostacolo bianconero. E l’obiettivo stavolta è uno: prendere come esempio la Primavera di Alberto De Rossi, unica squadra ad aver vinto nel nuovo impianto bianconero, e dare così continuità alla vittoria con l’Udinese che ha riaperto la corsa al terzo posto che vale la Champions.
SFIDA – Per pensare alla Fiorentina insomma, ci sarà tempo: da domani, quando riprenderanno gli allenamenti a Trigoria, tutta la Roma sarà concentrata su una sfida che storicamente ha già una sua importanza e che, con punti importantissimi in palio per entrambe le squadre, assumerà ancora più valore. Saranno tanti i giallorossi pronti a riscattare i gol subiti da Giaccherini e Del Piero. Primo tra tutti Simon Kjaer, che oltre a una partita che diede seguito ai dubbi sulla sua affidabilità, emersi soprattutto tra il derby di andata e la notte di Udine, si rese protagonista dell’autogol che fissò il 3-0 juventino. Poi Lamela, che a metà ripresa si fece espellere per un fallo di reazione su Chiellini. E ancoraBojan, che nell’ora in cui rimase in campo perse nettamente il confronto proprio con il difensore azzurro. Voglia di rivincita, insomma, per la Roma. (…)