(G. Dotto) Che cos’è il carisma? La questione è centrale oltre che per nulla scontata. I dodici minuti di Antonio Conte a Vinovo, intercettati e amplificati nell’illimitata magnitudo del mondo internet, sono passati nel nostro convento bonaccione come una riedizione dei discorsi alla nazione di Winston Churchill sotto le bombe naziste. (…) L’acme della sua acclamata orazione sta nel: “…Devono vincere lo scudetto? Dovranno sputare sangue fino all’ultima partita”. Insomma, una banalissima mozione dell’orgoglio e fa impressione vedere gente scafatissima come Buffon, Pirlo, Chiellini e Marchisio come tanti scolaretti compunti, a capo chino, farsi caricare da quell’abecedario di ovvietà scolpite come tavole sacre.
In una pulizia dell’anima magnificamente demodè . Un carisma che perde colpi solo quando si rifugia nel bacchettonismo moralistico, altra cosa dall’etica che è, lei sì, carismatica nel cogliere invece la flessibilità del giudizio. Cedimento incombente a Trigoria, l’ideologia benpensante, persino in uno splendido bucaniere come Sabatini, quando si lascia dire di Suarez (grandissimo giocatore che farebbe la fortuna della Roma post-tottiana), dei “suoi errori comportamentali”, sapendo Walter benissimo che la conclamata caduta razzista del ragazzo non è altro che una sincope del linguaggio, la parola che scappa in braccio al primo venuto in piena bega da campo-cortile. Magari cascasse un Suarez, se vuoi un po’ da civilizzare, a Trigoria!