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CORRIERE DELLO SPORT Luis Enrique: “Un anno sabbatico? Forse. Non sarei andato in curva”

Luis Enrique

(G. PIACENTINI) –«Un anno sabbatico? Non si sa mai…». Pochi minuti prima Franco Baldini lo aveva (per l’ennesima volta) confermato per il prossimo anno. Luis Enrique, però, non ha voluto sciogliere le riserve sul suo futuro in giallorosso. «Io penso in maniera diversa. Prima di prendere una decisione voglio aspettare la fine del campionato, per vedere come finisce. Non c’è una posizione definitiva. Ame interessa il futuro della Roma, e per me è la partita di Verona. Sarò l’allenatore sicuramente almeno fino alla fine del campionato. Poi vedremo. Parlerò con la società, analizzeremo i problemi e troveremo le soluzioni. La panchina del Barca? Non ci ho pensato. Faccio i complimenti a Tito Vilanova, un uomo della casa. Se lo merita». La Roma vista ieri sera col Napoli è stata una squadra diversa rispetto alle recenti uscite, anche se non è riuscita a giocare due tempi con la stessa intensità. «È sempre difficile – l’analisi del tecnico – sapere se sia merito nostro o dell’avversario. Nel primo tempo siamo stati brillanti, ma sapevamo che nel secondo sarebbe stato più difficile. Credo che sia stato merito del Napoli e non demerito nostro ».

L’allenatore spagnolo è soddisfatto della prestazione della squadra.«Abbiamo fatto un gran bel primo tempo, dopo il pareggio ci siamo un po’ bloccati»Protagonisti in positivo sono stati i brasiliani Marquinho (al terzo gol in stagione) e Simplicio, che dopo la rete del pareggio si è reso protagonista di un episodio inedito sui campi di calcio: l’«invasione » della tribuna per andare a festeggiare con la moglie e il figlio. «Marquinho e Simplicio sono stati bravi ma non mi va di parlare dei singoli perché si è vista la mentalità di una squadra vera. Mi dispiace non aver vinto, lo meritavamo contro un avversariomolto forte. Totti? Non lo avevo visto andare sotto la curva. La persona è ancora più grande del calciatore, non si nasconde mai. Io? Non sarei andato, non credo che la gente volesse vedermi sotto la Sud. Il calcio è dei giocatori, io non ci andrei nemmeno se vincessimo dieci partite di seguito ».

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