(R. MAIDA) –Stavolta è finita con il risultato che meno piace a Luis Enrique: il pareggio. (…) Mentre Spalletti vinceva il suo secondo campionato consecutivo, Luis Enrique veleggiava verso il record di sconfitte (15). Poi la giocata di Tallo e la prontezza di Simplicio hanno scacciato l’incubo di una nuova umiliazione. Ma il 2-2 non basta a rasserenare il futuro della Roma, che resta nella testa e nelle scelte dell’allenatore. «Non ho ancora deciso cosa farò nella prossima stagione – spiega Luis Enrique – Non c’è una posizione definitiva. Il mio futuro è la prossima partita a Verona. Là andrò sicuramente. E sicuramente resterò fino al termine del campionato. (…)
PARAGONE – Scherzando ma non troppo, Luis Enrique non esclude di seguire l’esempio di Pep Guardiola che ha lasciato intendere di desiderare un anno sabbatico: «Non si sa mai. E’ bello ma pesante allenare. A me costa tantissimo. Dobbiamo aspettare» (…)
L’ANALISI – Tornando alla partita, Luis Enrique applaude la squadra ma è deluso dal risultato: «Non sono contento. Fermo restando che il pareggio è giusto, avremmo meritato di vincere per lo sforzo dei giocatori. Sono dispiaciuto soprattutto per i ragazzi, che hanno fatto una bellissima partita. In questo caso la Roma è stata una squadra vera, con la giusta mentalità. La prestazione è stata da 10» .(…) Grazie a Simplicio, al quarto gol stagionale nonostante le mille esclusioni: «Complimenti a Simplicio, anche per il bacio alla famiglia. Sembrava non la vedesse da un mese… Fabio si fa sempre trovare pronto. Se non gioca spesso, è perché credo che altri meritino di più di giocare. Ma sono stati tutti all’altezza di un Napoli fortissimo» . Eppure per la seconda volta in pochi giorni sono arrivati i fischi e le contestazioni dei tifosi. Luis Enrique allarga le braccia: «ll nostro lavoro è onorare questa maglia e questo pubblico fantastico, che ci sta sempre accanto. Dico solo che quando le cose vanno male, non è per mancanza di volontà. Nel calcio può succedere di non riuscire a fare quello che si vuole. E la Roma adesso ha bisogno della sua gente»