(R.Maida) – La Roma dell’utopia, dell’etica e delle buone intenzioni è andata a sbattere un’altra volta contro l’indisciplina dei suoi calciatori. Anche da questo punto di vista, al di là delle frasi di circostanza, la società è molto indietro rispetto ai programmi. Perché l’espulsione di Daniel Osvaldo, che ha insultato l’arbitro Brighi a tempo scaduto e a partita ormai compromessa, non è un episodio isolato. E’ soltanto un altro anello della stessa collana di nervosismo.
RECORD – Sono diventati dieci i rossi del campionato. Soltanto il Cesena, ultimo in classifica, ha beccato tante espulsioni. Che nel caso della Roma diventano undici, se si considera la Coppa Italia: durante la prima trasferta allo Juventus Stadium, venne cacciato Lamela per un contatto con Chiellini. «E’ un dato strano – dice Luis Enrique – perché noi non siamo una squadra cattiva e non diamo calci a nessuno… A Osvaldo in questo caso sono solo saltati i nervi» .
TURBOLENTO – Sarà ma soltanto a Osvaldo era capitato già durante Atalanta-Roma (colpi con Cigarini, espulsione e squalifica di due giornate con ricorso della società respinto) di non finire una partita per decisione dell’arbitro. E sempre Osvaldo era stato sospeso dalla società per aver picchiato Erik Lamela negli spogliatoi di Udine. La Fiorentina, la sua Fiorentina, non gli porta bene: all’andata era stato escluso per motivi disciplinari, al ritorno è stato espulso. Ma era nell’aria. La sua ostilità verso la classe arbitrale era stata espressa domenica sera, con le dure critiche a Bergonzi a mezzo stampa. (…)
PROVA TV – E non è che Lamela sia un agnellino. Detto della botta con cui aveva steso Chiellini, nella seconda partita contro la Juventus è stato colto in flagrante dalle telecamere mentre sputava a Lichtsteiner, che lo aveva provocato con un gesto irridente in stile Totti. Anche Lamela, che ieri era in tribuna all’Olimpico a scontare la prima delle tre giornate di squalifica decise dal giudice sportivo, ha fatto il massimo per infrangere il codice etico introdotto da Baldini e Luis Enrique. Quello che ha punito De Rossi per un ritardo (solo per questo, giurano) a una riunione tecnica togliendogli una partita importante.
SQUILIBRI – Altre cinque espulsioni sono derivate dai rischi del sistema di gioco o da un errore individuale: le due volte di Stekelenburg, che ha steso un avversario in area (prima Klose, poi Marchisio); la trattenuta di Kjaer su Brocchi nel derby d’andata; l’atterramento di Jovetic a Firenze da parte di Juan, con rosso diretto; il mani di Bojan per evitare un gol a porta vuota, sempre sul campo della Fiorentina. Chiudono il conto due espulsioni per gioco scorretto – Josè Angel alla prima partita contro il Cagliari, Gago a Firenze per somma di ammonizioni – e un’altra per proteste quando la partita era avviata alla conclusione: Cassetti nei pochi minuti che gli aveva concesso Luis Enrique a Bergamo.
E ORA? – E ora la situazione è complicatissima. Contro il Napoli, la Roma recupera Stekelenburg e Bojan ma non avrà Osvaldo e De Rossi, che era diffidato e sarà squalificato, oltre a Lamela che rientrerà solo contro il Catania, alla penultima giornata.(…)