(R. Maida) – Luis Enrique è immutabile in campo e anche fuori. Dopo le partite non parla alla squadra e non l’ha fatto nemmeno dopo la sconfitta di ieri. Ma ai giocatori ha recapitato due messaggi importanti, uno scritto e uno virtuale: 1) ha confermato l’allenamento del giorno di Pasqua dando appuntamento a tutti stamattina a Trigoria alle 11. E domani a Pasquetta sarà la stessa cosa, di nuovo in campo alle undici: evidentemente non c’è proprio nulla da festeggiare in casa Roma; 2) per la prima volta da quando è alla Roma non ha fatto sostituzioni, come a dire: «Voi undici avete fatto questa figuraccia, voi undici andate fino in fondo» . In sala stampa è stato evasivo su questo punto, ma ha lasciato capire che l’interpretazione è corretta: «Ognuno può farsi un’idea di quello che ha visto…» ha spiegato.
LA QUESTIONE ARBITRALE – Baldini, Baldissoni e Sabatini, che sono rientrati a Roma con la squadra a differenza di Fenucci rimasto nella “sua” Lecce con la famiglia per le festività pasquali, continuano a stimare incondizionatamente Luis Enrique e a condividere il suo pensiero. Ancora nessuno, nelle dichiarazioni o nelle chiacchierate informali, esprime dubbi sui suoi sistemi di lavoro. Semmai, si sta affacciando sempre più spesso la questione arbitrale nelle valutazioni dei dirigenti. La gomitata a De Rossi da parte di Giacomazzi, per esempio, meritava il calcio di rigore (il risultato era di 1-0). Ieri, sull’aereo della Roma, hanno viaggiato anche Orsato e i suoi assistenti. Prima dell’imbarco, Baldini ha chiacchierato per qualche minuto con l’arbitro. Non è successo niente di clamoroso, solo un pacato confronto tra uomini di sport concluso con gli auguri di Pasqua. Ma la Roma, anche se non urla la propria rabbia davanti ai microfoni, comincia a sentirsi poco rispettata (…)