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(R. Maida) – Il progetto è un’idea che va gustata a lungo. Anche se hai 35 anni e mezzo, se hai già vinto lo scudetto e il Mondiale, se hai segnato 212 gol in serie A. Due settimane dopo essere tornato decisivo, con la rete che ha restituito dignità e speranza al campionato della Roma, Francesco Totti prevede per sé e per la squadra un futuro scintillante, pieno di bollicine. “Mi sento bene, – spiega in un’intervista al sito Fifa – in forma. Se manterrò la stessa condizione fisica, mi auguro di giocare fino a 40 anni. Credo nelle mie potenzialità. Ho ancora due anni di contratto, vedremo cosa succederà nelle prossime stagioni. Finché sarò utile alla squadra, continuerò a vestire la maglia della Roma con tantissimo orgoglio. Se mi dovessi rendere conto di non essere più al top, sarei il primo a chiamarmi fuori”
FIDUCIA – Alla vigilia della sfida contro la Juventus, a cui ha segnato 8 volte, e contro Buffon, a cui ha segnato 9 gol ma da cui si è visto respingere un rigore nella partita d’andata, rassicura i tifosi sulle qualità di Luis Enrique: “Mi piace il suo stile di gioco e la sua mentalità, che per noi italiani sono nuovi. Sono sicuro che presto ci aiuterà a vincere”. Eppure non era stato amore a prima vista. In estate Luis Enrique era entrato nella trasgressiva lista degli allenatori che hanno rinunciato volontariamente al capitano della Roma. “E’ normale essere scontenti quando non si gioca – ammette Totti – ma mi sono sempre messo a disposizione della squadra. E quando sono
entrato non ho fatto troppo male. Per questo il tecnico ha cominciato a prendermi in considerazione” .
RICORDI – D’altra parte il suo amore per la Roma, in diciannove anni serie A, ha resistito ad altre tentazioni destabilizzanti: il Real Madrid, il Milan, qualche idea esotica con tantissimi milioni che la rendevano allettante. “E’ vero. Ho avuto diverse possibilità di lasciare la Roma. Ma io non sono mai riuscito a immaginarmi con un’altra maglia. Sono romano e romanista da sempre. E il sentimento per questi colori ha sempre prevalso su tutto, anche sulla prospettiva di vincere il Pallone d’Oro. Sono felice di aver preso la decisione di legarmi a vita a questa società. Non avrei saputo come spiegare a miei figli una scelta diversa […] Lo scudetto che ho vinto con la Roma rimane una gioia che non può essere eguagliata. Lo dico senza esitazioni e senza sminuire l’importanza del trionfo di Berlino” . Non è ipocrisia, è la passione di Totti. Che chiude l’intervista raccontando le sue esultanze: “Il ciuccio è dedicato ai bambini di tutto il mondo. Specialmente i miei“.