(G. Dotto) – L’amico (ex?) Franco Baldini si presenta irritualmente in conferenza stampa non per degnare di una qualunque chiosa le 8239 battute equivalenti a 102 righe e 1345 parole di un articolo denso di appassionati ragionamenti o ragionate passione fate voi, ma per lamentarsi dell’attacco “personale”, ovvero 409 battute equivalenti a 5 righe, meno del cinque per cento dell’intero articolo. Rimarcando che lui non frequenta “mafiosi e corrotti” ma “bellissime persone” e dunque, si deduce, c’è chi, non si sa chi, fa il contrario (…), una cosa invero la sottolinea con fermezza: “Sono qua per dire che noi sapevamo tutto. Tutto quello che sta accadendo, disastri inclusi, era da noi, conclamati professionisti, previsto, di più preventivato”. Incluso lo spettacolo reiterato, insopportabile di una squadra piena di talento e vuota di anima, uomini e giocatori di tanta storia e forte personalità svuotati dentro, ridotti a tanti pollicini che hanno perso prima la strada e poi la bussola? Noi tanti topini ciechi e un po’ insulsi che si affannano nel marasma di un presente incomprensibile, loro, lui, che sanno tutto, compreso il lieto fine. Che loro, lui, sappiano dovrebbe bastarci, irriconoscenti e pettegoli mestatori che non siamo altro.
Baldini non manca di ricordarci che il loro, suo, scoramento è cento volte più grande del più grande tifoso di noi. Sono sicuro che è così. Ma se il nostro, mio, riferimento era alla meno interessante delle sue intelligenze (quella impigrita dai peccati di vanità), la sua sortita in conferenza stampa non è molto incoraggiante. Resta intatto da amico (ex?) l’appello al Baldini che crediamo di conoscere, l’uomo di campo e non di loft, l’uomo che dice a se stesso: sono deciso a rendere felice chi si fida di me e non rassegnato a deluderlo. Intelligenza e talento non gli mancano davvero.