(R. PALOMBO) – Partita surreale. Anzi, assurda. La Roma si riscopre grande per un tempo, domina e lo chiude 1-0. Il Napoli pareggia all’inizio della ripresa, un gol che cancella letteralmente la Roma dal campo. Dominio azzurro, sorpasso di Cavani e curva sud che al minuto 84 esplode. «Andate a lavorare», «C’avete rotto…» e un inquietante «Vi romperemo il…». Il Napoli si impressiona più della Roma che risorge dalle proprie ceneri e pareggia in extremis con Simplicio, che in piena trance agonistica abbandona il campo e sale in tribuna per abbracciare e baciare moglie e figlio. Mai vista una cosa così. La faccia dell’arbitro Rizzoli è tutto un programma. Finisce 2-2, coi giallorossi sotto la curva ad argomentare con gli ultrà (non è una cosa bella), che, spiazzati dalla rimonta, non sanno più qual è lo slogan giusto. Ride l’Inter. Insieme a Udinese e Lazio, che però oggi si affrontano. E’ un pareggio che fa bene soprattutto agli uomini di Stramaccioni: battendo il Cesena possono rientrare del tutto nel giro Champions. Un pareggio giusto, arrivato al termine di un match dai due volti e… mezzo, visto come il Napoli, troppo rinunciatario nel primo tempo, non ha saputo chiudere a proprio favore la partita nella interminabile mezzora della ripresa in cui la Roma (portatela dallo psicanalista) è letteralmente sparita dal campo, rischiando di perdere di goleada. Difficile esprimere un giudizio dopo una serata così. Di certo, chi non sfrutta la grande occasione è il Napoli. Quanto alla Roma, era già fuori dai giochi dopo i disastri con Juventus e Fiorentina e il pari la esclude definitivamente dall’Europa che conta.
Tanta Roma. Una Roma zoppa, priva degli squalificati De Rossi, Osvaldo e Lamela, e con Stekelenburg che marca visita. Luis Enrique promuove Lobont e per il resto ha poco da scegliere. Bojan davanti, Gago in mezzo, Kjaer dietro, esposto fatalmente alla brutta figura con Cavani. Ti aspetti però il Napoli, che col suo nuovo 3-5-1-1 e con Lavezzi in panchina viene dalle vittorie con Novara e Lecce, e ti ritrovi alle prese con tanta Roma. Qualche piccolo complesso d’inferiorità, giusto per regalare agli ospiti i primi minuti del match, con Gago che deve salvare sulla linea la conclusione in mischia di Fernandez, il sostituto di Campagnaro. Ma il Napoli, con Maggio e Zuniga timidi interpreti di fascia, sopraffatti assai presto dai dirimpettai Taddei e Rosi, finisce qui e la Roma prende in mano il gioco. Si direbbe secondo il dettato di Luis Enrique, vista la circolazione di palla, la vena specialissima e insolita di Bojan, la lucidità di Totti e le percussioni del sempre presente Marquinho. Il primo tempo diventa così una sorta di tiro al bersaglio, e buon per il Napoli che c’è De Sanctis. Il gol, più che meritato, arriva poco prima della scadere ed è l’azione più bella, Totti la mente, Rosi il braccio, Marquinho, che Dzemaili si perde colpevolmente per strada, il finalizzatore con un esterno sinistro sottomisura molto brasiliano.
Tanto Napoli Ripresa. Arriva prima il gol di Zuniga, un tiro da fuori area che gela l’Olimpico e poi il Napoli, che subito straripa. La Roma, catatonica, assiste impotente. Mazzarri trova finalmente un po’ di coraggio e butta dentro Pandev per Dzemaili. Lo avesse fatto prima, probabilmente, sarebbe stata un’altra storia. Sembra quasi che Napoli e Roma si siano scambiate le maglie nell’intervallo, tanto si ribalta la partita. Il gol di Cavani, bellissimo nell’uno contro uno con Kjaer e nel tiro carico d’effetto, arriva al termine di un ribaltamento di fronte dove otto giocatori della Roma restano a guardare, immobili, davanti all’area del Napoli. Costretto dagli eventi Luis Enrique, mentre Mazzarri butta dentro anche Lavezzi (ma fa uscire Cavani: errore), ricorre finalmente pure lui alla panchina: dentro Tallo e Simplicio, fuori l’inguardabile Pjanic e lo scoppiatissimo Bojan. Assist di Tallo, piattone di Simplicio, è il 2-2. Ma non chiamatelo un colpo di genio dell’allenatore.