(R. Pelucchi) – E’ in arrivo un’altra ondata di indagati nell’inchiesta Last Bet. Saranno almeno venti, forse anche di più, tanto da portare il totale a 140-150, e sono il risultato degli ultimi interrogatori di Carlo Gervasoni e Filippo Carobbio. Quest’ultimo è stato ascoltato ieri pomeriggio per quasi tre ore dal procuratore capo Roberto Di Martino, per precisare i contenuti dell’audizione avvenuta in Procura federale a Roma, dove il giocatore aveva aggiunto particolari significativi. Il verbale è stato secretato, ma sembra che il centrocampista abbia aggiunto altre partite (non di Serie A) tra quelle sospettate di taroccamento.
Società Una buona parte dell’interrogatorio, poi, è stata riservata ad approfondire gli aspetti legati alle società, «abbondantemente il Siena», dove Carobbio ha giocato nella stagione 2010-11. Il giocatore ha risposto a ogni sollecitazione, ma secondo fonti investigative «può dire ancora di più». Il pm gli ha chiesto di confermare (oppure precisare) le dichiarazioni di Carlo Gervasoni, che il 12 marzo aveva detto: “Quanto ad AlbinoLeffe-Padova del 23 maggio 2010, finita 1-2, appresi che il Padova comprò la partita. Lo seppi da Carobbio che lo apprese a sua volta da Poloni. Il Padova aveva pagato l’AlbinoLeffe. Ritengo che si sia trattato di un discorso tra società (…) La settimana successiva l’AlbinoLeffe ha venduto Reggina-AlbinoLeffe, terminata 3-1. Della cosa mi ha informato Carobbio precisandomi che fu proprio il presidente della Reggina (Foti, ndr) contattando il presidente dell’AlbinoLeffe (Andreoletti, ndr), promettendogli di restituirgli il favore l’anno successivo. Non so se gli diede anche del denaro”. Non sono stati affrontati argomenti legati all’inchiesta di Bari e ai recenti interrogatori degli slavi Saka e Ribic. Mentre Palazzi a Roma sta passando in rassegna tutti i giocatori coinvolti (a vario titolo) nell’inchiesta sportiva, a Cremona le indagini si stanno concentrando sul coinvolgimento delle società nelle (presunte) combine. Ma per Di Martino non sarebbe arrivato ancora il momento di interrogare i presidenti tirati in ballo. Fino a quando non ci sono riscontri sul passaggio di denaro, e quindi non può configurarsi il reato di frode sportiva, sarebbe considerato inutile. Il procuratore ha ricevuto da Palazzi i verbali delle audizioni effettuate finora e, a quanto si è saputo, una parte sarebbe considerata «interessante», un’altra «insoddisfacente».
Lalic arriva Intanto, anche lo sloveno Dino Lalic, 37 anni, uno del cosiddetto gruppo degli Zingari, si costituirà nei prossimi giorni. Dovrebbe lasciare il carcere di Zagabria, dove era rinchiuso da oltre un anno per scontare la condanna seguita alla locale inchiesta sul calcioscommesse, nella giornata di giovedì. Sarà ascoltato dal gip Guido Salvini lunedì. Lalic è accusato di associazione per delinquere finalizzata alla truffa sportiva: secondo l’accusa, teneva i contatti con gli scommettitori di Singapore e si preoccupava di contattare i giocatori italiani per corromperli e truccare le partite. Viene considerato a un livello superiore rispetto a Saka e Ribic, che si sono costituiti nelle scorse settimane. Adesso l’inchiesta Last Bet potrebbe subire un’accelerazione ed entrare nella terza fase, forse quella conclusiva, dopo quasi un anno di indagini e intercettazioni.