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GAZZETTA DELLO SPORT Che Samba

Marquinho mostra i muscoli

(A. Pugliese) – Samba brasiliano, verrebbe da dire. Se non fosse che la Roma è nel momento peggiore della sua stagione ed i 20 punti (in 16 partite) collezionati nel girone di ritorno la collocano all’undicesimo posto nella classifica della seconda parte della stagione, anche più giù del (già deludente) settimo posto attuale. Se c’è un raggio di luce, però, questo a Trigoria oggi ha proprio sfumature gialloverdi. E sono quelle di Marquinho e Fabio Simplicio, gli uomini che alla fine hanno evitato sabato sera una contestazione ancora più dura per i giallorossi.

Gamba e talento Marquinho, oramai, ha convinto veramente tutti e a fine stagione verrà riscattato (la Roma verserà i 4,5 milioni di euro alla Fluminense, per lui è già pronta l’integrazione di contratto fino al 2016 a 1,65 milioni di euro lordi a stagione). Con il Napoli ha giocato la sua dodicesima partita in giallorosso, che è poi la soglia che la Fluminense aveva preteso dalla Roma per il pagamento (al raggiungimento della stessa) di ulteriori 500.000 euro per il prestito di quest’anno (oltre ai 250 mila già pagati dai giallorossi). Le 12 presenze dovevano essere però essere di almeno 45 minuti e Marquinho a quella soglia lì non ci arriverà, visto che delle 12 gare ne ha giocate 7 intere e una sola da 45′. Un piccolo sorriso in più, perché i 500.000 euro resteranno in cassa e perché Marquinho è riuscito lo stesso a dimostrare tutto il suo valore. Nel centrocampo della Roma di oggi è l’unico in grado di essere davvero pericoloso: ha gamba, va dentro, ha i tempi giusti per gli inserimenti ed un cambio di passo che a volte fa paura. Se si ripensa alla condizione iniziale, quando è arrivato a Roma, oggi sembra quasi un marziano (a proposito, oggi tornerà dal Brasile anche Juan e da ieri si è rivisto in gruppo pure Burdisso).
Lacrime e gol Marziano non lo è invece Fabio Simplicio, che però segna un gol quasi ogni due partite, esattamente uno ogni 216 minuti. Una media straordinaria, se si pensa ai tanti spezzoni di gioco, alla fiducia persa e ritrovata tante volte, all’autostima che non può essere sempre al massimo quando giochi ad intermittenza. Eppure lui c’è sempre (e non è un caso se in A ha segnato 43 reti) e anche con la Roma quest’anno, quando è stato chiamato in causa, ha sempre risposto presente. Come con il Napoli, quando dopo il gol del 2-2 ha festeggiato in quel mondo «insolito», andando a baciare in tribuna la moglie Elaine e il figlio Jordan. Sui campi di calcio una scena del genere non si era mai vista, ma dimostra la sensibilità del brasiliano. A Palermo, quando si era già promesso alla Roma (a parametro zero) e Zamparini non lo voleva vedere più in campo, una volta si mise a piangere dopo un gol segnato al Parma (tra l’altro, la sua ex squadra). Le stesse commoventi lacrime che versò anche in conferenza stampa, il giorno del suo addio dopo 4 anni in rosanero. Fabio Simplicio è un uomo vero, fatto di emozioni a cui non ha paura di cedere il fianco. Ed un grande professionista, come ha confermato anche quest’anno. La Roma del futuro, forse, non avrà più bisogno di lui. O forse sì. Di certo, in queste ultime tre partite potrà essere ancora molto importante.
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