(F. Oddi) – È capitato ieri, e non era la prima volta:convocazioni dell’Under 19 per l’amichevole con l’Ungheria, 22 nomi in rappresentanza di 11 club, otto mandano un solo giocatore. Il Milan ne ha due, Roma e Juventus complessivamente 12: più di mezza squadra. Finale del Viareggio Roma-Juventus, finale di Coppa Italia Juventus-Roma, squadre già certe del primo posto nel girone a una giornata (oggi) dalla fine della regular season, Roma nel girone C e Juventus nel girone A. Settori giovanili all’avanguardia? Neanche tanto: la ricetta in fondo è sempre la stessa e funziona benissimo. Si prendono i migliori ragazzini della città quando hanno 9-10 anni, quando ne hanno 14 si aggiungono al gruppo 4-5 scelti da altre regioni che vanno a vivere al pensionato, a 17-18 anni si rifinisce la rosa con qualche straniero.
Politiche convergenti La principale differenza nel modus operandi tra Roma e Juventus — ormai i migliori settori giovanili d’Italia, sfruttando un certo calo di vivai storici come Torino o Atalanta, gli investimenti limitatissimi del Napoli e qualche anno di abbandono da parte del Milan — sta proprio nella quantità di stranieri a cui si fa ricorso: nella finale di ritorno di Coppa Italia la Juventus ne aveva sei, la Roma solamente due, Nego e Tallo. Entrambi presi la scorsa estate: a dicembre è arrivato Lopez, per l’anno prossimo si attendono altre sorprese: la politica della Roma, sfruttando il mare di contatti di Sabatini in giro per il mondo, si sta avvicinando parecchio a quella della Juventus. Che a sua volta sembra aver preso dalla Roma l’abitudine di schierare una squadra molto giovane per la categoria: i giallorossi avevano nell’undici un fuoriquota (Nego) e due al limite d’età (Viviani e Tallo), la Juventus tutti ragazzi del ’93 e del ’94.
Budget differenti A livello di budget, Juventus batte Roma: con Marotta è salito a 8 milioni l’anno, a Trigoria per la stagione in corso, incluso il milione speso per Lopez, è di quattro e mezzo. Simile il numero di squadre: i bianconeri ne hanno 11, dai Pulcini del 2003 alla Primavera, la Roma 10, e i più piccoli sono del 2002. Entrambi i club cercano per quanto possibile di concentrare l’attività nei centri sportivi della prima squadra, Trigoria e Vinovo, sfruttando anche un campo da gioco in sintetico, che non richiede i turni di riposo dell’erba naturale. La grande differenza è che da quest’anno la Juventus ha una sua scuola calcio, la Roma no. Come a dire un bambino che vuole giocare con la maglia bianconera può farlo pagando una retta, per quella giallorossa deve passare una selezione.