Se i R.E.M. avessero cantato “It’s the end of the world as we know it”, ai giorni di oggi, l’avrebbero quanto meno dedicata a Luis Enrique, magari con qualche cambiamento. “E’ la fine del mondo, lo sappiamo”. E’ anche la fine del progetto? Lo sanno anche i dirigenti? E’ questo il dilemma che i tifosi romanisti si pongono e che dalla società evitano di affrontare. Di certo Luis Enrique non sta bene, le corna durante Roma-Fiorentina ne sono la prova. Non sta bene e le ultime conferenze stampa lo dimostrano, non sta bene la sua Roma, non sta bene la società, figurarsi il tifo. A peggiorare la situazione, si è aggiunto anche Antonio Conte da Cesena, il guru bianconero, il progetto andato per il verso giusto, proprio lui che dalla cima del monte Serie A, si è preso il peso della critica, senza escludere nessuno. E così dopo le lodi, Luis Enrique ha ricevuto la prima mazzata, forse l’unica vera parola spesa nei suoi confronti da coloro che ne decantavano le lodi davanti ad un microfono e poi distruggevano la sua Roma sul campo. Dopo la vittoria di Cesena, Conte ha quindi chiaramente attaccato Luis Enrique tramite Borriello: “E’ arrivato con grandi motivazioni, ma una condizione fisica non entusiasmante. Ha dovuto lavorare per rimettersi al passo, ho cercato di utilizzarlo in questo periodo ma non era al massimo: dispiace, perché è stato bistrattato”. Chiaro, conciso, diretto. E come un pugno fa male. Una condizione fisica non entusiasmante, dopo oltre sei mesi di Luis Enrique. Per un allenatore arrivato sotto il motto di “Trabajo y sudor”, se questo non è un attacco, è una umiliazione. L’ennesima.
A cura di Flavio Festuccia