Non c’è pace nel mondo del calcio. Dopo la morte di Piermario Morosini, è venuto a mancare, dopo una lunga malattia, anche Carlo Petrini, ex giocatore della Roma degli anni 70′. A questo proposito, la redazione di Gazzettagiallorossa.it, ha contattato Pierino Prati, Sergio Santarini e Giancarlo De Sisti, suoi ex compagni di squadra ai tempi di Liedholm, per esprimere un ricordo dell’ex attaccante giallorosso. Ecco le loro parole:
Un ricordo di Petrini?
Pierino Prati
“Il mio ricordo, risale a molto prima, quando a livello di Nazionali Under 14 e15 giocavamo sempre insieme. Lui veniva dal Milan, poi ci siamo ritrovati nella Roma. E’ una notizia terribile, abbiamo fatto tanta strada assieme. Mi ricordo che quando Liedholm mi chiese chi preferivo accanto in attacco, io indicai lui (Petrini). Quelle furono le ultime tappe insieme. So che Petro ultimamente aveva avuto dei problemi, ma era un ragazzo serio, sempre in contatto con i problemi. La sua scomparsa mi rende tanta tristezza. Fino a qualche anno fa ci sentivamo, perdo una persona che ha vissuto nell’era giovanile tanto tempo insieme a me”.
Giancarlo De Sisti
“Me lo ricordo forte, vigoroso, un bel ragazzo molto impegnato nel calcio. Aveva grande volontà, appassionato del mestiere che cercava di dare tutto in campo. A Roma non era riuscito a fare tantissimo, ricordo che il suo più grande applauso lo ricevette dalla curva quando chiese scusa dopo un gol mangiato contro la Sampdoria. Fuori dal campo ci si frequentava poco, perché io avevo la mia vita sempre riservata, ma ricordo che per un periodo aveva abitato a Grottaferrata ed era una persona per bene, un ragazzo serio che si faceva gli affari suoi”.
Sergio Santarini
“Petrini è una mia vecchia conoscenza, assieme a me e a Turone abbiamo vinto il campionato d’Europa per nazionali Juniores nel 66′. Era un grandissimo giocatore, meritava molto di più, sfortunatamente magari, mentalmente non era predisposto per votare tutta la sua bravura nel calcio, ha avuto degli episodi un po sbagliati, ma la morte annulla tutto, rimane solamente il bravo ragazzo che era. Simpatico, compagnone e dispiace quando certe cose si impossessano di un ragazzo a cui si chiedeva solo e unicamente di giocare a pallone. Lo ricordo sempre come un ragazzo che con i suoi gol ci fece vincere un Europeo e che quando ne sbagliò tanti con la Sampdoria chiese scusa ai tifosi e si risolse tutto in un applauso”.
A cura di Flavio Festuccia