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AS ROMA Giorgio Rossi: “La mia vita in giallorosso tra ricordi e rimpianti”

Giorgio Rossi

Giorgio Rossi, storico massaggiatore della Roma ha fatto una panoramica della sua vita in giallorosso, tra ricordi e rimpianti:

Signor Rossi, lei lavora da 55 anni nella Roma…

“Sì, ricordo che fu Renato Sacerdoti, nel 1957, a farmi firmare il primo contratto con la Roma. All’epoca l’allenatore era Masetti, che da giocatore aveva vinto lo scudetto del ’42: lo ricorda anche la celebre canzone “Campo Testaccio”. In 55 anni, ho sempre avuto un contratto annuale, da luglio a giugno dell’anno dopo. Bruno Conti ci scherza spesso su questa cosa, e quando si avvicina giugno, mi dice: “Attenti, arriva il postino!”, perché se non ricevi alcuna comunicazione significa che il contratto si rinnova automaticamente. Se ricevi la lettera, ti comunicano che il contratto è terminato. Ora ho bisogno di un po’ di tranquillità, ho avuto una vita bellissima, ma ho 81 anni e vorrei riposarmi un po’”.

Quali sono le persone a cui si sente più legato o con cui aveva comunque un ottimo rapporto, nel mondo giallorosso?

“Ce ne sono state tante: Aldair, Totti, Conti, Amedeo Carboni, il povero Agostino Di Bartolomei, Francesco Rocca, anche De Rossi”.

Che cosa pensa della nuova dirigenza? E di Luis Enrique?

“Io ero molto affezionato sia alla famiglia Sensi che a Dino Viola, ma la nuova proprietà è fatta di persone serie, senza dubbio. Luis Enrique è molto preparato, è un pignolo per certi versi, ma a Roma vogliono i risultati. Qualche tempo fa ho avuto uno scambio con lui, gli ho detto: “Guarda che questi vonno vince…” e lui mi ha risposto che lo sa. Certo che se vincessimo contro la Juve… Comunque, c’è bisogno di continuità e bisognerà rinforzare la squadra. Ci penserà Sabatini, che ho avuto come giocatore quando militava nella Roma. Quando è tornato a Trigoria, la scorsa estate, ci siamo abbracciati e gli ho detto: “Guarda, sto ancora qua!”, e lui si è fatto una risata”.

Lei ha vissuto dall’interno due grandi gioie del popolo romanista: lo scudetto del 1983 e quello del 2001…

“Sono state due gioie immense. Quello dell’ ’83, con Liedholm in panchina, lo ricordo con particolare piacere, ma ovviamente anche quello con Capello è stato fantastico. Purtroppo, ci siamo andati vicini anche altre volte, senza riuscire a vincerlo: penso a due anni fa, con Ranieri, quando abbiamo perso in casa con la Sampdoria. Comunque, i due rimpianti più grandi della mia esperienza con la Roma sono la sconfitta con il Lecce nell’ 85, perché se avessimo vinto quella partita avremmo di certo vinto il campionato, e la finale di Coppa dei Campioni contro il Liverpool: la giocammo in casa, che peccato! Ti immagini che cosa sarebbe successo se la Roma avesse vinto la Champions? Per noi addetti ai lavori lo scudetto è un sogno, ma non a livello economico: è una questione di soddisfazione professionale e di cuore”.

Quali sono stati e sono, secondo lei, i giocatori della Roma più forti dal punto di vista tecnico negli ultimi 50 anni?

“Senza dubbio Conti, Totti, Pruzzo, De Rossi, Falcao, Aldair, Cafu… Ce ne sono stati, di campioni. Non solo a livello tecnico, ma anche dal punto di vista del carisma: gente come Francesco Totti, ad esempio, con la sua voglia di scherzare, riesce a diventare un leader per tutti gli altri. Ha carisma; come si dice in gergo, fa spogliatoio”.

Crede che questa squadra possa lottare presto per grandi traguardi?

“Io credo di sì, penso che si possa anche conquistare la qualificazione in Champions League quest’anno. Se riescono a vincere a Torino, anche dal punto di vista psicologico, potrebbe essere una svolta. Io sono fiducioso, rientrano alcuni giocatori che erano infortunati, perciò credo che daremo battaglia contro la Juventus”.

Fonte: asroma24

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