(Curva Sud/ P. Liguori) – Calma. Adesso i tifosi giallorossi devono stare calmi. Ragionare, prima di tutto.
Siamo in presenza di un sequestro. Non di persona, ma di società: la A.S. Roma, la nostra amatissima Roma. Una proprietà lontana e assente, rappresentata in modo variopinto, ha lasciato la gestione ad un gruppo di impiegati, di alto livello, perciò più pericolosi del normale. In pubblico, esibiscono un ex giocatore spagnolo, giovane, dinamico, anche simpatico: l’allenatore. Anzi «il grande allenatore», senza che nessuno abbia mai saputo cosa ha fatto di «grande», o anche semplicemente di significativo, prima di venire a Roma.
Ha allenato il Barcellona giovanile nella serie B spagnola, senza vincere niente. Meno di un Alberto De Rossi, per intenderci. E dunque noi lo possiamo giudicare solo da quanto abbiamo visto, che è poco e male. Quando è andata male – troppe volte per la storia della Roma – è andata malissimo. Sono stati battuti dei record: mai avevamo perso a Lecce, da venti anni la Fiorentina non vinceva a Roma, mai avevamo sentito allenatori avversari chiedere ai loro giocatori di non infierire. Quando è andata bene – poche volte – abbiamo avuto l’impressione che non dipendesse da lui. A Napoli, Bologna, con la Juve e l’Udinese in casa, abbiamo visto un grande Totti e un assetto tattico diverso da quello tanto propagandato. È il bilancio di un fallimento, ma attenzione, qui sta il sequestro: nessuno stila il bilancio, nessuno tira le somme, gli impiegati continuano a simulare la proprietà, il fantasma in panchina tiene incredibili conferenze stampa e suggerisce improbabili formazioni. […]