(U.Trani) – Luis Enrique insiste, e fa bene, sulla regolarità, mancata in gran parte dell’annata. La Roma, per conquistare il terzo posto, deve scendere dall’altalena e disegnare il suo arcobaleno di risultati positivi. Per la verità, dopo il derby del 4 marzo, l’impennata c’è stata. Nelle ultime giornate la Roma ha vinto tre partite su quattro e soprattutto ha messo in atto una piccola remuntada in classifica. La zona Champions era lontana 10 punti e in meno di un mese i giallorossi hanno recuperato ben 17 punti alle tre rivali: 6 punti alla Lazio, 7 all’Udinese e 4 al Napoli. Terzo posto a meno 4, quarto a meno 1: con otto gare a disposizione, l’obiettivo non è impossibile da centrale. Ma resta fondamentale la continuità. Da qui alla fine del torneo la Roma non si potrà più permettere sbandate o frenate. «Dipende solo da noi», ripete spesso Luis Enrique al suo staff e ai giocatori. «Per farcela, però, dobbiamo aggiudicarci il maggior numero di partite». La sua squadra, con l’Inter, è quella che ha pareggiato di meno, solo cinque volte in trenta incontri. Giallorossi sempre all’attacco, per vincere e ovviamente rischiando più di altre formazioni di perdere, come dimostrano le tredici sconfitte stagionali (undici in campionato). Il nuovo protagonista, in questa rincorsa, è Marquinho. Dal giorno del suo debutto, il 19 febbraio contro il Parma all’Olimpico, è stato sempre utilizzato. Sette gare, quattro successi e tre sconfitte. Contro il Novara, domenica all’ora di pranzo, il primo gol e anche la prima partita da tre punti partendo titolare. Ma più che le statistiche, incidono le caratteristiche. Walter Sabatini, presentando il colpetto di gennaio (ribattezzato Acquistinho), disse: «Lo abbiamo preso perché in organico non avevamo uno come lui». Nel senso che Marco Antonio de Mattos Filho, 25 anni, è stato scelto dal ds gialllorosso proprio perché sa fare cose diverse dai compagni. E’ l’unico incursore della rosa, uno che verticalizza palla al piede e che taglia il campo.[…]«Sono felice di aver segnato una rete importante per me e per la squadra e di giocare in questo splendido club. Spero di restare qui a lungo. Daje Roma» la sintesi della sua gioia su Twitter per la rete di due giorni fa. Ma anche la voglia di convincere la società giallorossa che a fine torneo, tra un mese e mezzo, dovrà decidere se riscattarlo dal Fluminense. Marquinho è stato pagato solo 250 mila euro. E’ a Trigoria in prestito. Per averlo tutto la Roma dovrà spendere 4 milioni e mezzo, da versare in due rate, la prima ad inizio luglio e l’altra entro metà febbraio. Il prezzo è quello, senza bonus. Che il club carioca avrebbe ricevuto solo se il centrocampista avesse fatto 12 presenze da almeno 45 minuti l’una. Di gare Marquinho ne ha giocate già 7 e quindi, mancandone 8, potrebbe pure arrivare a 15. Non utili però a far salire il prezzo di 500 mila euro. Perché solo in 3 partite ha superato i 45 minuti (tra l’altro, intere) e quindi al massimo si fermerà a 11. Quindi pur giocando tanto costerà meno. Sale, invece, il prezzo di Osvaldo, trascinatore della Roma contro il Novara e tre gol di fila nelle ultime tre partite con i quali è entrato in doppia cifra nella classifica dei cannonieri. La società giallorossa dovrà pagare, ogni 10 gol realizzati dall’italoargentino, un bonus da 250 mila euro all’Espanyol (non più di 500 mila, però), step raggiunto proprio nella gara di domenica. Il club catalano si prepara a incassarne altri 250 mila se l’attaccante disputerà 25 partite ufficiali: è già a quota 21.[…]