(F.Cassini) – La seconda volta di Luis Enrique allo Juventus Stadium è ancora peggiore della prima.
Stavolta il 3-0 della sfida di Coppa Italia è il punteggio che campeggia sui tabelloni dopo appena un quarto d’ora di gioco, alla fine il passivo arriva a quattro, mentre il numero di tiri in porta della Roma la dice lunga sull’andamento di una partita senza storia: zero. Ci mancava anche l’ex laziale Lichtsteiner a irridere una squadra polverizzata, del suo gesto si parlerà probabilmente a lungo così come della reazione di Lamela, accusato dal difensore di uno sputo.
Quando gli mostrano le immagini, Luis Enrique si rabbuia: “È brutto per me un calciatore di questo livello fare un gesto così, ma lo è anche vedere la reazione di Lamela. Non è bella nessuna delle due cose “. Che a Torino si potesse perdere era un’ipotesi presa in considerazione, molto meno che la Juventus avesse il controllo totale della partita dal pirmo all’ultimo minuto: “Dopo otto minuti, due tiri e due gol: in questa stagione ci era capitato di andare sotto, ma sul 3-0 la partita era finita. C’era troppa differenza in campo stasera (…) e non c’è niente da dire. Possiamo solo fare i complimenti alla Juve”. Dopo la sconfitta di Lecce,Baldini aveva detto che manca personalità in alcuni giocatori, a Torino Luis Enrique ha tenuto in panchinaTotti: una scelta rischiosa? “Ma se vi ricordate la partita di Coppa Italia, lui giocava e abbiamo comunque perso 3-0 (…) Questo è un discorso facile da fare dopo una sconfitta. Io pensavo che sarebbe stata una partita fisica, il livello dei calciatori della Juve è altissimo e noi dobbiamo giocare quattro gare in otto giorni. Per questo pensavo fosse meglio lasciare Francesco in panchina. Non dimentichiamoci che Pjanic è comunque un trequartista e non un interno, da interno ha giocato Perrotta. Il problema è che dopo otto minuti era già finita. Dopo la partita si può dire di tutto, ma il mio pensiero resta questo. Ora dobbiamo pensare già a quello che succederà mercoledì, ci aspettano degli scontri dirertti che diranno cosa sarà della stagione. Chiaro che quando arriva una sconfitta siamo preoccupati”.
A lasciare perplessi è proprio il fatto che dopo dieci minuti la partita fosse già finita: “Lo sappiamo, ho giocato qualche partita e so che l’intensità è la cosa più importante. Contro un avversario di questo livello, il nostro non era adeguato perché la Juventus ha fatto molto più di noi e chiunque fosse entrato, il risultato non sarebbe cambiato”. Con la Lazio a 55 punti e una calendario difficile, non tutto è comununque ancora perduto in chiave terzo posto: “Abbiamo 50 punti, è vero che sono arrivate tante brutte sconfitte, ma stiamo lottando con queste squadre e siamo ancora lì. Certo serve qualcosa in più. È sempre difficile fare previsioni, ogni part è difficile anche contro avversarie che stanno più in basso in classifica. Abbiamo tre partite in casa, dove abbiamo sempre fatto un buon lavoro e siamo lì. Archiviamo questa sconfitta e pensiamo solo alla Fiorentina. Dobbiamo essere il più regolari possibile da qui alla fine, ma io resto fiducioso”.