(D. Giannini) – Tutti con le orecchie dritte ad ascoltare le notizie che arrivano da Barcellona. E’ da lì che potrebbe iniziare il più grande valzer delle panchine degli ultimi anni. Una valzer che coinvolge tutta Europa. Un ballo stimolato dalla musichetta della Champions, quella che ha fatto fuori nel giro di 24 ore prima il Barcellona di Pep Guardiola e poi il Real Madrid di Josè Mourinho. Quella che era la finale più attesa, la più probabile, è saltata. E le due grandi di Spagna, con la Liga praticamente già andata alle merengues, stanno pensando alla prossima stagione, cominciando dalla panchina. Anche quella della squadra più forte del mondo. Perché il ciclo formidabile di Guardiola al Barça potrebbe essere al termine. Mentre Luis Enrique nel convulso dopo partita di Roma-Fiorentina ha tuonato “non scappo”, Pep oggi annuncerà quale sarà il suo destino. Il giorno dopo il ko contro il Chelsea c’è infatti stato un incontro tra il presidente blaugrana Rosell, il ds Zubizarreta e il tecnico, a casa proprio di Guardiola. Una riunione durata circa 3 ore il cui esito è rimasto “top secret”. A quanto pare, però, il Rosell avrebbe dato carta bianca all’allenatore. Di più, avrebbe offerto un assegno in bianco, insomma una disponibilità totale pur di convincerlo a restare. Una decisione Guardiola l’ha già presa, ma la comunicherà al mondo solo oggi, non prima di aver parlato ai suoi giocatori alla ripresa degli allenamenti. Un particolare questo che fa pensare che l’addio possa essere vicino dopo 4 anni di trionfi. […] E che fine farà Guardiola? Se dovesse davvero lasciare, potrebbe staccare la spina per un anno, oppure cedere alle lusinghe di qualche altro club europeo: in fila potrebbero esserci sia il Milan sia l’Inter. Il ko europeo paradossalmente rafforza invece la posizione di Josè Mourinho che in caso di “double” (campionato e Champions) avrebbe probabilmente preso nuovamente la strada dell’Inghilterra e di Manchester (sponda City), ora invece dovrebbe restare per ritentare l’attacco alla Coppa dalle grandi orecchie, a patto di trovare completa sintonia con squadra e dirigenza. In ogni caso lo “special one” non ha voglia di tornare in Italia. Contrariamente al desiderio di allenare un club italiano espresso da Fabio Capello: «Mi piacerebbe rientrare sul campo giornalmente. Il ruolo di commissario tecnico per me è troppo lento. La scrivania non mi va nemmeno bene. Vorrei, quindi, per un paio di anni, tornare a fare l’allenatore, sul campo, giorno dopo giorno. Mi piacerebbe andare all’estero. In Italia tornerei solo per qualcosa di veramente stuzzicante». Poi, sempre Capello, ha anche “punzecchiato” Luis Enrique parlando alla vigilia della sfida tra Real e Bayern a proposito di un possibile utilizzo di Tymoschuk in difesa: «E’ una follia. Posso dirlo? E’ come se uno schierasse De Rossi in difesa». Capello si candida dunque per una panchina. Quella della Roma? Forse. E se una possibilità ci fosse, il rapporto storico tra lui e Baldini ne aumenterebbe la fattibilità. […]