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IL ROMANISTA “I calciatori devono migliorare tantissimo”

Luis Enrique

(Il Romanista) – Può farci un commento sulla decisione di Guardiola di lasciare Barcellona?

No, non faccio commenti.

Perché la Roma è così lontana da quella che ha battuto il Napoli un girone fa? Perché non ci sono stati dei miglioramenti sul piano dei risultati e della continuità?

Forse perché è mancata questa regolarità. Senza nessun dubbio. Questi alti e bassi hanno allontanato la squadra da un obiettivo più forte. Senza nessun dubbio è questo.

Facendo un piccolo riassunto di questa stagione che sta per terminare, lei si è mai pentito di aver scelto di guidare la Roma? Pensa di poter ribaltare la situazione?

Mai mi sono pentito di essere venuto alla Roma. È un grande piacere essere l’allenatore della Roma, per quello che rappresenta essere l’allenatore di una squadra come questa, con una città dietro la squadra importantissima e con un società incredibile. Mai mi sono pentito di questo! Certo che penso che si può ribaltare la situazione. Ho la formula: vincere la partita e lottare per uno degli obiettivi di questa stagione. Certo che siamo settimi in classifica e quello meritiamo, ma mancano ancora queste quattro partite e non saranno facili, sicuramente per la situazione che si è creata e che abbiamo creato noi con il nostro comportamento sportivo, ma io penso sempre che ci sia l’opportunità e devo lavorare per prenderla. L’obiettivo è di lottare ancora per l’Europa League.

Nell’ultima conferenza stampa, dopo la sconfitta con la Fiorentina, hai detto che volevi parlare con il cuore ma poi ti hanno fatto delle domande che ti hanno fatto rimettere la “maschera”. Io rinuncio volentieri alla mia domanda se l’offerta è ancora valida…

È finita l’offerta. Meno male, ringrazio questi giornalisti che mi hanno fatto le domande, perché se avessi parlato con il cuore avrei detto la mia sul serio al 100%. Certo che noi allenatori, quando siamo in una conferenza stampa, non possiamo dire quella che è la nostra verità. Non pensi che sia una cosa strana ma in quel momento, dove c’era molta tensione dopo la partita, ho iniziato a parlare e volevo parlare con il cuore ma meno male, ringrazio ancora i giornalisti, non ricordo chi erano, ma li ringrazio. Continuo a parlare con la “faccia dell’allenatore”, mi dispiace.

Tutti i giornali hanno pubblicato la sua foto che fa le corna mentre attacca la Fiorentina. Lei è scaramantico?

No, quella è un’altra interpretazione che non so chi l’ha fatta. Non sono scaramantico e non lo sono mai stato. Ma non significa che sia una cosa cattiva: io penso di più nel lavoro. Quella delle corna in Spagna non si fa. Se in Spagna fai le corna lo fai per litigare, si usa per insultare qualcuno. Se ti dico perchè faccio così è perché il mio papà mi dice sempre che se mi becca con una posizione così vuol dire che sono preoccupato. Io ti dico che se ho fatto questo… (mima il gesto fatto in panchina, ndr)neanche sapevo che stavo facendo le corna, non significa niente. Mi dispiace per quelli che hanno comunicato questo perché non sono stati giusti con me, ma è la verità. È un’interpretazione che capisco che si faccia, ma un’interpretazione sbagliatissima. Non sono scaramantico e non mi preoccupa niente di questo.

Dopo la partita contro la Fiorentina ha detto che non ha deciso cosa farà a fine stagione. Cosa deve succedere in queste quattro partite perché cambi il suo orientamento finale?

Che questa è una scelta difficile per tutti lo sappiamo. Ma è il momento giusto per essere con la squadra, l’ho detto dopo la partita forse troppo esaltato ma io sono così, sarà una delle cose peggiori che gestisco, ma è stato così da sempre. Cercherò di migliorarlo. Non vado a pensare questo, il momento giusto per stare con la squadra, con i ragazzi, con la società è questo. Alla fine della stagione guarderemo i problemi, cercheremo delle soluzioni e vedremo cosa succederà.

Anche oggi ci sono degli striscioni di protesta. Si è rotto qualcosa tra lei e l’ambiente?

È difficile gestire il comportamento dello striscione: lo striscione lo possono fare 100, 200 persone o solamente una. Ma non vado a notare chi è dietro lo striscione. Io credo che il tifo sia stato incredibile, molto superiore al livello della squadra e l’ho detto dal primo giorno. Penso che è normale che ti fischiano, così succede nel calcio quando non si arriva a quello che si pensa debba fare una squadra. Io la prendo come la deve prendere un professionista: a non mollare fino all’ultimo giorno e a continuare a fare quello che io penso sia giusto.

Si è detto spesso che non è tutto da buttare. C’è qualcosa da salvare. Lei pensa che, con alcuni ritocchi, con lei ancora alla guida e facendo tesoro degli errori commessi quest’anno, la Roma del prossimo anno potrebbe essere ancora la Roma di Luis Enrique? Questo periodo può servire per riparte il prossimo anno e vedere finalmente la sua Roma?

Senza dubbio quest’anno è stato diverso, non solo perchè hanno preso un allenatore nuovo ma anche perchè la società ha iniziato una nuova proprietà. Si è fatto un anno diverso, non è stato un anno normale. È il primo anno di questa società e penso che si siano fatte cose buone. Forse non si sono viste per quanto riguarda la classifica. Pensate se avessimo vinto la partita contro la Fiorentina, perchè il secondo tempo si poteva vincere, noi ora eravamo a due punti dal terzo posto. Se avessimo realizzato quella palla gol di Osvaldo o di Francesco, al minuto 85 o al minuto 80, eravamo a due punti dal terzo posto. Non deve essere troppo lontano da una grande soddisfazione. Un’altra cosa è se la squadra lo merita: no… perchè in tutta la stagione siamo stati quinti, sesti, settimi. È un altro discorso… quindi penso che questo anno, facendo sempre critica e penso di essere sempre stato il primo a farla, la società, l’allenatore e pure i calciatori abbiano messo un inizio di quello che dovrebbe essere un progetto, il progetto generale della Roma. Un codice etico, una situazione di sapere come comportarsi. Quest’anno purtroppo ci sono state troppe sconfitte. Io penso che la squadra sia stata all’altezza quando ci sono questi problemi. Io sono sicuro che la Roma nel futuro vincerà.

E sarà la Roma di Luis Enrique?

Sarà la Roma dei romanisti, la Roma dei tifosi. Quella è la Roma vera…

Conte ha detto, parlando di Borriello, che ha dovuto lavorare per mettersi al pari con gli altri perché non aveva un condizione smagliante. Questo è un problema anche della sua squadra?

Borriello adesso è un calciatore della Juventus… Comunque la condizione della squadra è giusta, è quella che io pensavo che sarebbe stata giusta alla fine del campionato. Sono contentissimo del comportamento dei calciatori per quanto riguarda la condizione fisica. La mia squadra è una di quelle che corre di più, senza nessun dubbio.

Dal punto di vista caratteriale, nelle ultime partite la squadra è sembrata scarica. Lei si avvale anche dell’aiuto di mental coach. C’è una mancanza di carattere nella squadra?

Si, certo che è sembrato questo in qualche gara. È sembrato che mancasse la grinta, la voglia. Ma una cosa è quello che sembra e una cosa è quello che è. Certo che ci sono dei difetti in questa rosa, in questi calciatori… non in tutti, non si può generalizzare, ma è sembrato così. Ma io ho visto tutti, all’inizio della partita, avere la voglia, avere la grinta. Certo che dopo è successo quello che è successo in quest’ultima partita, e per me riassume chiaramente quella che è stata questa stagione, dopo diventa più difficile. Non siamo riusciti a cambiare il corso della partita. È mancata personalità, è mancata in qualche momento. Non so come dire senza ferire nessuna sensibilità, certo si evince che è mancata. Ma questa non si compra al supermercato, questa non si compra perchè ci sia un mental coach. Il mental coach non è per la squadra ma per lo staff. Ho lavorato sempre con un psicologo nel mio staff, lavorerò sempre con uno psicologo per il mio staff.

Domani, oltre a Lamela, mancheranno anche Osvaldo e De Rossi. Che partita si aspetta di fare contro il Napoli? Ci sono possibilità che manchi anche Stekelenburg?

Sì c’è la possibilità visto che Stek ha un problema alle spalle e potrebbe non giocare. Ma non succede nulla. Sicuramente giocheremo con un portiere e ho sempre fiducia in tutti i ragazzi. Una gara difficile per la nostra situazione ma che ci metterà vicino, ancora una volta, a questi posti di Uefa e cercherò di rimotivare di nuovo, di rialzarmi, di parlare con i ragazzi. L’ho fatto ieri, oggi di nuovo e vedere che, fino a che non finisce la stagione, c’è molto da lottare, da rinforzare, da migliorare e che l’unica strada è quella di rialzarsi e che portare la squadra il più in alto possibile.

Per quanto riguarda il progetto Roma, in caso di grandi investimenti, che cosa succederà alla guida tecnica della squadra?

Arrivati a questo punto la cosa migliore è pensare a quello che succederà domani perché è il mio mestiere e così la penso. Quando finisce il campionato, con la società parleremo. Cercheremo quali sono stati i problemi e quali sono le soluzioni. E così, con tranquillità, senza pensare a cosa può succedere. Non ha senso parlare di niente.

E’ soddisfatto di Simon Kjaer?

Sì, sono molto soddisfatto di un calciatore che è venuto qua, dopo due grandi stagioni al Palermo, dove è diventato un grande calciatore, ha avuto un calo nella sua carriera per quanto riguarda il suo rendimento, ma per quanto riguarda quest’anno, sono molto contento di lui, di come si è comportato, pure se ci sono stati dei momenti in cui si parlava moltissimo di lui. Gli faccio i miei complimenti, perchè è un giocatore di 22 anni con un futuro incredibile, con una personalità che ogni partita va rinforzando. Sta giocando sempre, è diventato un giocatore indispensabile per noi e lo sta facendo sotto pressione, sotto una pressione che non sarà mai facile per un giocatore. E lui lo sta facendo. Gli auguro un grande futuro e mi piace. Quando vedo uno che si ribella contro tutto quello che gli succede, quando vedo uno che non molla mai, quando vedo uno che è capace di rialzarsi. Qualche volta ha sbagliato, come no, ma chi non sbaglia? Ma lui, il giorno dopo è pronto. È stato molto facile parlare male di lui perchè è vero che ci sono della situazioni in cui poteva fare meglio, ma a me non preoccupa vedere cosa succede quando sbaglia, a me intessa vedere dopo lo sbaglio. E per me, lui ha fatto miglioramenti incredibili in questa stagione.

Cosa ha provato quando l’hanno indicato come possibile sostituito di Guardiola?

Niente.

Fra le tante impressioni che ha dato questa squadra c’è quella di essere in confusione. A volte in maniera totale. Lei crede che dipenda dai singoli o da un suo momento di confusione che si ripercuote sulla squadra? Si sente in confusione?

Io non mi sento in confusione per niente. Continuo a pensare qual’è il mio calcio, come mi piace vedere le partite. Certo, ci sono stati dei momenti in cui la squadra sembrava confusa ma mi rimetto pure alla situazione personale, particolare che portiamo in questa stagione. Vi ripeto non sarà mai facile in questa situazione che noi abbiamo creato. È sempre difficile… arriva la confusione quando uno cerca di fare le cose al 100%, cerca di fare di più di quello che deve fare… possono esserci stati dei momenti di confusione. Come sempre dico, quando ci sono dei momenti di confusione nella squadra l’allenatore è il responsabile di tutto questo.

Sta preparando la squadra ad accettare questa contestazione e non subirla?

Sicuramente parleremo di questo ma non è che dobbiamo fare un grande sforzo. La tifoseria è stata ad un livello incredibile e penso che fischia all’inizio della partita per mostrare la sua delusione e il suo disappunto, e quanto meno giusto. È normale, noi lo sappiamo eppure è giusto sapere che dobbiamo imparare da questo. Ma quando inizia la partita abbiamo visto sempre, a parte qualche fischio a qualche giocatore in particolare che mi ha dato fastidio perché così è più difficile giocare, che la tifoseria è incredibile. Sono stati sempre con noi, pure in questa partita che abbiamo fatto un primo tempo disastroso. Nel secondo tempo abbiamo fatto qualcosa di più, abbiamo parlato e la squadra è diventata qualcosa di diverso. Io mi aspetto, contro il Napoli, di vedere la squadra del secondo tempo. E lavoreremo perchè si veda questa squadra che si avvicina a quello che vogliono vedere i tifosi. Il tifoso è molto facile da accontentare: vogliono vedere le maglie sudate, non ti credere che vogliano grandi cose. E quello faremo. Uno deve essere all’altezza di quello che rappresenta.

Quattordici sconfitte un campionato sono molte. Si sente in credito con la fortuna?

Ho parlato di una Roma sfortunata ma la fortuna uno se la deve lavorare. Io non sono scaramantico, mi dispiace, non sono così. Che questa sia stata una stagione sfortunata per la Roma è chiarissimo. Per quello che ho sentito dire a qualche tifoso, perchè ci sono tifosi che mi dicono di non mollare, ci sono persone che pensano che devo trovare un’altra soluzione… È stata una stagione sfortunata e quella è una sicurezza. Ma mai mi sono messo a piangere. Credo che questo sia stato un punto di riferimento per noi e credo che uno la fortuna se la deve lavorare. Se abbiamo 50 punti vuol dire che meritiamo questi che portiamo. Non meritiamo né 51 né 49.

Lei continua a prendersi le sue responsabilità così come la società. Questo continuare a creare uno schermo attorno alla squadra, può avere effetti negativi? Nel senso che la squadra si lascia andare.

Quello che dico è che la mia responsabilità la prendo per primo. Come sempre. Ma i calciatori devono migliorare tantissimo. Tutti, tutti devono migliorare tantissimo. E portare questa maglia con più orgoglio. Quelli che la portano da un mese, dieci anni, venti anni… Tutti! Di più devono dare! Per essere all’altezza di questo tifo, per essere all’altezza di questa squadra, di questa società… Perché per quello che vogliamo fare, abbiamo bisogno di loro. E devono migliorare tantissimo. È quello il mio consiglio per i miei ragazzi.

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