(M. MACEDONIO) – Ancora una volta è stato lui il bersaglio della tifoseria.
A dispetto della difesa ad oltranza che, a fine partita, ne ha fatto Franco Baldini a nome di tutta la dirigenza giallorossa. Una fiducia ribadita a chiare lettere dal direttore generale. (…) Un primo tempo come la Roma non aveva forse giocato in un’intera stagione, un secondo che è stato appannaggio invece del Napoli. Come si giustifica una tale differenza di qualità? «E’ sempre difficile capire – dice Luis Enrique – se è più merito dell’avversario o demerito proprio. Il primo tempo è stato certamente brillante, mentre nel secondo è stato più difficile fare un pressing alto. Direi che in quel caso è stato più merito loro. Una partita difficile, in cui i ragazzi si sono però sempre messi a disposizione».
Gli riportano le dichiarazioni di Baldini, che lo conferma per la prossima stagione (…)«un giorno in meno a quando me ne andrò». «Non c’è una posizione definitiva – risponde il tecnico. – Il futuro della Roma è la prossima partita a Verona, dove ci sarò di sicuro, e così fino alla fine del campionato. Poi vedremo, parlerò con la società, analizzeremo quali saranno stati i problemi, cercandone le soluzioni, e si faranno le giuste valutazioni».
È significativo che la squadra abbia giocato un ottimo primo tempo, contro un avversario di grande qualità. Il pareggio ha probabilmente innescato un blocco psicologico, dal quale la squadra ha fatto fatica a riprendersi per larga parte della ripresa. Il gol di Simplicio ha però dimostrato che la squadra è tornata a crederci. Ed è da lì – gli dicono – che bisogna ripartire. «E’ vero – commenta Luis Enrique. – E’ difficile giocare quando troppe volte si sono fatte partite non all’altezza di questa squadra. E non perché i ragazzi non vogliano ma perché il calcio è fatto così e non sempre ottieni ciò che vuoi». Marquinho e Simplicio, tra i giocatori più in vista nella gara. «Sono stati tutti e due bravi – continua il tecnico – ma oggi permettetemi di parlare anche di chi non è entrato in campo. Si è vista la mentalità di una squadra vera, che vuol fare tutto, in attacco come in difesa. E per me è tanto. Mi dispiace tantissimo di non aver vinto questa partita. Meritavamo di farlo, contro un avversario davvero forte».
Anche se meno di altre volte, si è confermata la sofferenza della squadra rispetto agli inserimenti degli avversari. «Ci succede perché ci mettiamo sempre nella condizione di attaccare, con tanta gente davanti al pallone, e nel modo più cattivo possibile. Ma quando perdiamo palla in modo ingenuo, è subito pericolo. Quest’anno ho visto tante squadre con calciatori che hanno queste qualità e possono averti creato dei pericoli».
I giocatori si sono mostrati più volte dalla sua parte. L’incertezza sul suo futuro nasce allora dall’atteggiamento dei tifosi? «La verità è che sono un uomo che vede le cose in modo diverso. Aspetto di vedere cosa facciamo. Per ora mi interessa solo essere a disposizione della squadra e fare più punti possibile da qui alla fine». Qualche rimpianto per non aver potuto prendere il posto di Guardiola sulla panchina del Barcellona, essendone venuto via un anno fa? «No. Mi fa tantissimo piacere che sia Vilanova, uno della società, a guidare la squadra. E gli faccio tanti auguri, perché se lo merita». Sta forse pensando anche lei a un anno sabbatico?, gli chiedono. Sibillina la risposta: «Non si sa mai»