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IL ROMANISTA Nel segno di Ago, che fece la stessa cosa

Agostino Di Bartolomei

(M. Izzi) – Ha colpito molto l’immagine di Totti sotto la Curva Sud. A caldo ho avuto subito la sensazione di un qualcosa d’inedito, di mai visto.

In ottanta e passa anni di Roma si erano visti capitani sotto la Curva per ringraziare, per chiedere incitamento (…) e in diverse circostanze per pregare il pubblico di placare una contestazione, mai per quello che ci risulta, per ascoltare uno sfogo. Partiamo dal 6 ottobre 1965: allo Stadio Flaminio è in corso la gara di Coppa delle Fiere Roma – Chelsea. L’andata a Stamford Bridge ha visto una Roma travolta per 4-1 e letteralmente presa a bastonate sul campo. Gioco al limite del regolamento, insulti idioti (“Italian’s fascist”), le cronache da Londra avevano ampiamente riferito del trattamento subito dalla squadra in quel 22 settembre e il clima era elettrico Il pullman del Chelsea venne preso a sassate, in campo dopo i primi scontri, iniziarono a piovere pomodori …. infine un accenno d’invasione di campo.

A questo punto Giacomo Losi si recò sotto il settore dei popolari per parlare con i tifosi chiedendo, accoratamente, di arrestare immediatamente le contestazioni in atto (…). Un altro precedente “anomalo” registrato sempre al Flaminio risale alla stagione 1989/90. E’ il 25 febbraio 1990, la Roma viene letteralmente travolta dal Milan con un risultato che alla fine si fisserà su 4- 0 per i rossoneri. Alla fine del primo tempo dalle due curve inizia una pioggia di bicchieri di plastica che ricopre le due aree di rigore. Pensare di poter riprendere la gara sembra una pura utopia. Tra i responsabili della Società e delle forze dell’ordine si consuma un veloce conciliabolo, nessuno sembra in grado di venire a capo della faccenda. E’ a questo punto che accade qualcosa che merita di essere ricordato: Carlo Ancelotti con la classica andatura trotterellante che i tifosi conoscono bene entra in campo, con la maglia rossonera sulle spalle e si avvia sotto la Curva. Viene accolto da un uragano di applausi, si ferma alcuni secondi a parlare con i tifosi, poi a mani alzate chiede d’interrompere il lancio …. Dopo pochi minuti la gara riprende, mandando agli archivi il primo intervento risolutore di un ex capitano della Roma. Tornando alla Roma, quello che maggiormente si avvicina a quanto fatto da Francesco Totti, lo abbiamo visto con Agostino Di Bartolomei. Soprattutto nei primi anni da capitano, Agostino aveva preso l’abitudine di accompagnare la squadra a centro campo per il saluto al pubblico alla fine della gara, un’abitudine che risaliva addirittura al rituale delle gare dello Junior Club. Il rituale doveva essere rispettato sia in caso di vittoria che di sconfitta e non di rado, di fronte alle situazioni più spinose, Agostino prima di sparire nel sottopassaggio faceva scalo sotto la Curva.

E’ un fatto, però, che “ascoltare” in una situazione ambientale come quello dell’Olimpico al termine della gara con il Napoli, è indice di un carattere assolutamente notevole. Pierino Prati faceva scalo sotto la Tribuna all’inizio delle partite … ma era per ritirare un mazzo di fiori … Totti ha messo la faccia in un contesto che di floreale non aveva nulla e i tifosi hanno capito in pieno ed apprezzato. Sono rimasto impressionato, inoltre, dall’equilibrio e dalla saldezza di nervi del Capitano … sotto la Curva della Roma negli anni passati abbiamo visto Gaetano Anzalone piangere chiedendo ai tifosi di uscire dal campo dopo un’invasione di campo, abbiamo visto Giuseppe Giannini cercare un contraddittorio con lo stesso piglio ma in un modo concitato … Francesco Totti ha ascoltato con una saldezza commovente, calandosi nello stato d’animo della sua gente. Viene da chiedersi dove sono tutti gli illustri critici che in questi anni ci hanno allietato con giudizi improbabili sulla fragilità di Totti, su un fuoriclasse che non avrebbe saputo “essere leader”. Non che avessimo bisogno dell’ulteriore verifica, ma per l’ennesima volta il capitano ha risposto con i fatti.

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