(D. Giannini) – La gente, i tifosi, gli addetti ai lavori. Tutti attendono notizie dalla Procura di Bari (quella che in questi giorni è al centro dell’attenzione per la confessione di Masiello), ma anche dalla Procura di Napoli e da quella di Cremona. Tre filoni di indagine sul Calcioscommesse che stanno scuotendo ancora una volta il calcio italiano. In attesa di scoprire quali saranno, oltre ai giocatori, anche le squadre coinvolte e in quale misura, una cosa appare chiara: che se dovessero risultare coinvolti nella vicenda club qualificati per le coppe europee, quegli stessi club non potrebbero prendervi parte. Lo dice un articolo dell’ultimo regolamento Uefa per Champions ed Europa League. Basta scorrerlo fino al capitolo riguardante i “criteri di ammissione”. Al punto 2.04 si legge che, per essere ammessi a partecipare alla competizione, un club deve soddisfare alcuni criteri. Tra questi alla lettera “g” viene detto che il suddetto club «secondo l’articolo 50(3) dello Statuto della Uefa, non deve essere stato coinvolto direttamente o indirettamente in alcuna attività volta ad organizzare o influenzare il risultato di un match a livello nazionale o internazionale». Non solo. Perché al punto successivo del regolamento viene aggiunto che se «sulla base dei fatti e delle informazioni a disposizione della Uefa » la Uefa stessa dovesse concludere che detto club è coinvolto in tale attività, il «club non sarebbe ammesso a partecipare alla competizione. Tale “ineleggibilità” sarà effettiva per una stagione calcistica. (…) Nel prendere la sua decisione, la Uefa può contare su decisioni prese da organismi sportivi nazionali, internazionali, tribunali arbitrali, ma non è da queste vincolata ». Insomma, il massimo organismo calcistico continentale rivendica, anzi ribadisce, la sua completa autonomia. Di questo articolo del regolamento si era già parlato qualche mese fa, per una vicenda diversa, quella legata alla lite tra Juventus e Inter per l’assegnazione dello scudetto del 2006. Con i bianconeri che chiedevano alla Uefa un’esclusione dei nerazzurri dalla Champions a causa delle intercettazioni dell’indagine Calciopoli 2, facendo riferimento proprio a quell’articolo 2.04 già descritto. La Uefa respinse la richiesta, anche perché la condizione per una eventuale esclusione di un club è che i fatti illeciti siano stati commessi dopo il 27 aprile 2007. Mentre lo scandalo di Calciopoli si riferiva ad avvenimenti avvenuti tra il 2005 e il 2006. La stessa cosa era accaduta lontano dal nostro Paese, in Portogallo. Dove il Porto, coinvolto in uno scandalo scommesse, fu ammesso alla Champions 2009 perchè i fatti che lo coinvolgevano risalivano alla stagione 2003-04. Non è stato così invece per il Fenerbahce, che lo scorso agosto fu escluso dalla Champions e sostituito dal Trabzonspor (secondo in campionato), a seguito di una decisione del comitato d’emergenza dell’Uefa e ancora prima del Consiglio direttivo della federcalcio turca che aveva scelto di escludere il Fenerbahce dalla competizione a causa del suo coinvolgimento in uno scandalo scommesse su cui era in corso un’inchiesta. Sempre la federazione turca aveva fatto sapere di aver ricevuto nei giorni precedenti una lettera dall’Uefa in cui si chiedeva l’esclusione del Fenerbahce o che in alternativa fosse il club ad auto escludersi