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IL ROMANISTA Nuova Roma, un anno dopo

Pannes e Baldini ad Orlando

(D. GIANNINI) – Dodici mesi fa a Boston erano giornate piovose come quelle di questi giorni.

Faceva freddo, tirava vento, come adesso. E all’orizzonte c’erano nubi minacciose che sembravano non promettere nulla di buono. Non solo dal punto di vista climatico, ma soprattutto perché sembravano essere un cattivo presagio in vista della chiusura della trattativa per il passaggio della Roma alla cordata americana guidata da Thomas Richard DiBenedetto.

E invece, alla vigilia della firma, il cielo si schiarì e uscì la primavera. Molti lo presero come un segno dall’alto, il segno che tutto sarebbe andato per il meglio. Oggi se i tifosi romanisti alzeranno lo sguardo all’insù, non lo faranno alla ricerca di segnali tranquillizzanti. Perché oggi la Roma è saldamente nelle mani degli americani. Il 15 aprile scorso invece erano tutti attaccati alle radio e alle tv, fino a notte fonda, in attesa di notizie che dovevano arrivare dagli Usa.

Lì, dall’altra parte dell’Oceano, c’era la frenesia del gruppo dei giornalisti volati a Boston per assistere alla fumata bianca e soprattutto quella dei veri protagonisti della trattativa. Che, dopo una notte intensissima, erano di nuovo tutti al lavoro di prima mattina al numero 1 di Federal Street, il palazzo nel quale ha sede lo studio legale Bingham, quello designato per l’atto conclusivo.

Alle otto di mattina, le 14 in Italia, la folla di cronisti nell’atrio era già compatta. Tutti pronti per l’annuncio. Ma l’annuncio si faceva attendere. Poi poco prima delle 17 (le 23 nel nostro Paese) si muoveva qualcosa, si cominciava ad allestire la sala stampa. I romanisti in trepidazione, costretti a soffrire ancora un po’, perché l’annuncio arriverà solo nella notte romana.“The deal is done“. E’ fatta. La Roma è passata di mano.

DiBenedetto si presenta in conferenza stampa seduto dietro ad un tavolo davanti al quale brilla una maglia della Roma. Era il 15 aprile, come oggi. E la nuova Roma era tutta da fare, era ancora solo un’idea. Ora ha preso forma. Lo ha fatto piano piano, passo dopo passo.

Gli arrivi di Baldini, Sabatini, Fenucci, poi tutti gli altri e tutto quello che conosciamo in campo e fuori, con gli accordi commerciali per esportare il marchio Roma nel mondo (vedi quello con la Disney), lo sguardo rivolto all’Asia con la possibilità di inserire nuovi investitori, il lavoro intenso sullo stadio di proprietà, la battaglia per il carnet di biglietti, ecc, ecc. Insomma, il primo anno della nuova Roma. Solo il primo anno, il passato. Perché la società è già proiettata nel futuro.(…)

Il vice presidente Tacopina è già arrivato a Roma, Mark Pannes è qui da qualche giorno, mentre per il momento non sbarcherà Thomas DiBenedetto. Stamattina arriverà anche il direttore del Digital Business, Shergul Arshad. 15 aprile 2011-15 aprile 2012. E’ passato un anno. E’ solo l’inizio

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