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IL TEMPO “Bergonzi ci ha fermato”

De Rossi

(M. De Santis) – Il finale non si è discostato per niente dalla recita. Tutto pessimo dall’inizio alla fine: il prologo, il primo atto, il secondo e anche l’epilogo.

Come se quattro schiaffoni in pieno volto, sputi, ammonizioni, risolini, espulsioni, varie dimostrazioni di impotenza e numerosi torelli subiti non fossero stati già abbastanza, la sgangherata compagnia teatrale romanista ha deciso di prolungare l’agonia torinese di qualche minuto. A fine gara è arrivato anche un bis inatteso ma comunque spiacevole:De Rossi scambia la maglietta con Marchisio, si dirige verso il settore ospiti, accenna un saluto ai tifosi giunti a Torino, riceve qualche fischio e se ne va stizzito facendo con il braccio un movimento che da ogni parte del mondo viene tradotto con un invito ad andare a quel paese.

Il volto e gli occhi lucidi di Osvaldo all’uscita dallo Juventus Stadium hanno spiegato la mattanza appena subita meglio di un miliardo di parole. Anche se prima del tentativo di spiegazione, l’italo-argentino si è scagliato duramente contro l’arbitro Bergonzi: “Secondo me la partita è stata indirizzata. Bergonzi si atteggia come se fosse Dio onnipotente, non gli si può dir nulla. Mi prendo le responsabilità di quello che dico ma io mi sono sentito preso in giro. Quando uno rivolge la parola all’arbitro e lui ti ride in faccia non va bene. Bergonzi mi stava per far piangere e mi ha fatto sentire impotente”. (…): “Sono molto amareggiato per la sconfitta, non ce l’aspettavamo e non so come spiegarla. Avevamo preparato bene la partita e invece non ci è riuscito niente. Di sicuro andare subito sotto 2-0 non ci ha aiutato. Siamo una squadra strana, facciamo partite meravigliose e altre dove sembriamo assenti dal campo. Ai tifosi, però, chiedo di starci vicino e di non abbandonarci. Il calendario dice che possiamo rifarci”.

Perrotta, invece, ha preferito rendere onore alla Juve: “Parlare del rigore è riduttivo. Indipendentemente dall’arbitraggio o dal rigore, la Juventus ha strameritato la vittoria”.

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