(A. AUSTINI) – Vincere. Per essere la prima a violare lo stadio inespugnabile, per fermare la corsa tricolore della Juventus, per dimostrare di meritare un posto inChampions. A Torino arriva la notte dei desideri romanisti e Luis Enrique chiede ai suoi di esaudirli con una partita perfetta. «Mi dispiace, ma non firmo per un pareggio – carica alla vigilia lo spagnolo – e non è presunzione. Preferisco sempre vincere, rischio tutto per farcela. Contro la Juventus andiamo a vincere e dopo vediamo se riusciremo a conquistare qualcosa». Non cambia di una virgola l’atteggiamento spavaldo di «Lucho», neanche di fronte una prova difficile, quasi impossibile se si guarda alla classifica e alle prestazioni delle due squadre in questa stagione. «La differenza in classifica è chiara, ma in una singola partita penso sia una sfida aperta – aggiunge il tecnico della Roma – e la motivazione sarà al 100%: possiamo essere i primi a batterli in casa e stiamo giocando per entrare in Europa». Non dice Champions, ma l’obiettivo è ancora puntato lì: un «colpaccio» stasera garantirebbe il sorpasso sull’Udinese al quarto posto, mentre con un ko la Roma si ritroverebbe dietro al Napoli e, forse, anche all’Inter. Insomma l’ennesimo bivio dopo i tanti esami falliti finora in campionato. «La Juventus non ti permette di sbagliare. Se faremo degli errori sicuramente saremo puniti. In Coppa Italia, senza essere inferiori, abbiamo perso 3-0… questo fa capire contro chi andremo a giocare». Contro i migliori, i più affamati. «Ho sempre pensato che la Juventus potesse lottare per vincere il campionato – riconosce Luis Enrique – mi sorprende di più che non abbia ancora perso. Non ha mai sbagliato partita e ha messo in campo sempre la stessa intensità».
Come fermarli, dunque? Meglio giocarsela a viso aperto puntando sui piedi buoni o restare più accorti come accaduto nella sfida giocata all’Olimpico a dicembre? «Non dico cosa faremo tatticamente – risponde l’allenatore – se non che ripeteremo le cose fatte in tutto l’anno. Con più cattiveria o meno questo non lo so, ma è certo che andremo a fare la nostra proposta. L’obiettivo non cambia: vogliamo avere il controllo di quella cosa rotonda che rotola in campo per il maggiore tempo possibile e fare un gol in più dell’avversario. Non datemi dell’integralista: è una parola brutta».
Borini salirà sul volo charter che porterà la squadra oggi a Torino ma è destinato alla panchina, la formazione ruota attorno alla scelta-chiave: De Rossi in difesa o a centrocampo? Ieri è stato provato ancora in difesa, ma nell’altra squadra c’era la coppia Kjaer-Heinze. Il tecnico non aiuta a risolvere l’enigma. «Il ruolo ottimale dove Daniele diventa un calciatore di altissimo livello è quello di regista, ma come difensore centrale ti dà tanto…dipende da quello che io penso che sarà la partita». Nessun dubbio sull’uomo a cui affidare l’attacco: Totti parte titolare e per sfidare l’ultima volta sul campo Del Piero dovrà aspettare il suo eventuale ingresso dalla panchina. «Ho sempre speso parole d’elogio per loro – sottolinea Luis Enrique – sono ancora due campioni e lo stanno dimostrando. Non so se gestire un capitano a Roma sarebbe più difficile che a Torino, io penso sempre a cosa sia meglio per la squadra». Nessun accenno polemico sul calendario riscritto dalla Lega dopo la sospensione per Morosini. «Meglio giocare prima con la Fiorentina? Non lo so e non m’interessa. È successa una cosa brutta a una persona così giovane e siamo tutti commossi. Dopo bisognava decidere cosa fare ed è stato fatto questo. Ci aspetta una settimana intensissima». Juventus, Fiorentina e Napoli: la Roma si gioca il futuro in una settimana.