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JUVENTUS-ROMA Conte: “Quagliarella potrebbe non farcela. Con la Roma mi aspetto una partita tosta”

Antonio Conte

Le parole dell’allenatore della Juventus, ,Antonio Conte, alla vigilia del match tra la capolista e la Roma di Luis Enrique.

Sappiamo tutti perché non si è giocato la scorsa settimana. Intanto un tuo pensiero su quanto accaduto. E poi che tipo di partita ci dobbiamo aspettare. Dobbiamo aspettarci una squadra più simile a quella vista in Coppa Italia, con la difesa a tre, o quella di campionato con l’altro modulo?


“Guarda, la tragedia che ci ha colpito, sicuramente ha scosso tutti. E’ stato veramente molto brutto vedere le immagini di quello che è accaduto. Da contraltare, fa piacere l’affetto che c’è stato nei confronti di questo calciatore, di Piermario, da parte un po’ di tutti; dispiace e l’augurio è che di queste tragedie non se ne vedano più su un campo di calcio. Oltretutto, a quella giovane età, ci ha colpiti, ci ha addolorati e siamo veramente molto vicini ai familiari di Piermario. Detto questo, sarà una bella partita, una partita tosta, sappiamo di affrontare una squadra che è in buona condizione, che se becca anche la partita giusta può fare male a chiunque. Detto questo noi ci siamo preparati, siamo pronti a scendere in campo, consci delle nostre possibilità, consci del fatto che stiamo vivendo un buon momento. Come dico sempre, che vinca il migliore. Il discorso difensivo, è lo stesso adottato in tutte e due le partite”.

Volevo chiederti se l’obbligo di vincere sempre c’è sia per voi che per il Milan e quindi se vi pone sullo stesso piano dal punto di vista psicologico…


“L’obbligo di vittoria, quando sei al Milan, alla Juventus e all’Inter, ce l’hai di domenica in domenica, sia che sia la prima, sia che sia l’ultima partita, perché comunque devi scendere in campo con un solo obiettivo, quello di vincere. E quindi c’è sempre questo obbligo. E’ inevitabile che a sei giornate dalla fine, due squadre sono appaiate, molto vicine, sarà importante, tra virgolette, non commettere dei passi falsi, però sappiamo benissimo che andiamo ad affrontare degli avversari sicuramente molto motivati”.

Questi tentativi generalizzati di destabilizzare l’ambiente –  e non mi riferisco solo a quello di oggi, ma anche al contratto di Del Piero e altro – ti infastidiscono di più o fortificano il tuo gruppo?


“Su questo… l’avevo già detto in precedenza, perché non dimenticatevi che solo una settimana fa eravamo tornati sugli stessi argomenti. Ho detto che questo non fa altro che triplicare la nostra forza, la nostra cattiveria, la nostra voglia, di fare qualcosa di super straordinario”.
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Qualche tempo fa lei ha detto che in attacco non c’erano gerarchie, giocava chi era più in forma. Oggi ci sono, nel senso che Quagliarella ha dimostrato di essere più in forma nelle ultime partite. Ha superato Matri e Borriello nelle gerarchie?


“Guarda, visto che stai parlando di Quagliarella, bisogna valutare bene perché ha avuto un problema all’adduttore, quindi si dovranno fare delle necessarie valutazioni. Non sono sicuro che domani Quagliarella scenderà in campo”.

C’è anche il rischio che non venga convocato?


“C’è anche questo rischio”.

Volevo tornare sulla questione Del Piero. Visto che è stata una sua scelta, del suo staff, di far uscire il libro e questa intervista a Vanity Fair in questo periodo, pensi che sia stata una scelta cronologicamente azzeccata o era meglio se certe cose se le fosse tenute dentro per qualche settimana?


“Ti dico sinceramente che io l’intervista di Vanity Fair non l’ho letta, ho visto solo la foto. Anche se è solo un uomo, è un bel vedere, perché… (ride, ndr)…cioè, rimango sempre con i miei gusti, che sia chiaro, però è veramente una bella copertina quella. Detto questo, non lo so il contenuto, ma Ale è concentrato come tutti gli altri a finire questo campionato – compresa la Coppa Italia – nel migliore dei modi; per noi la partita contro la Roma è presente e futuro”.

Volevo sapere se rispondevi a domande su quello che ha detto Carobbio ieri, o no?


“Ho parlato prima. Anticipazione apposta…”.

Perché la mia domanda è legata a quello. Pensi che ci sia un’intenzione di sfavorirvi in questo sprint?


“Ho risposto prima, perché ho detto che se qualcuno pensa di destabilizzarci in questo momento trova duro, perché queste sono cose che alzano ancora di più la cattiveria agonistica, alzano ancora di più la voglia, la determinazione, quindi non fanno altro che alzare le antenne ancora di più. detto questo ci sta che dall’esterno arrivi di tutto e di più. Ma già l’avevo detto due settimane fa, una settimana fa, che mi sarei aspettato qualche altra situazione dall’esterno”.

Legato a questo, il fatto che Allegri abbia detto in settimana che lo scudetto è soprattutto una questione di nervi, trovi delle aderenze con il discorso che abbiamo fatto fino adesso?


“Guarda, io penso che lo scudetto lo vincerà chi farà più punti tra noi e loro, quindi non mi sembra di scoprire l’acqua calda, né di dire delle cose strane. Viviamo di partita in partita, di giornata in giornata”.

All’andata avevi elogiato il lavoro di Luis Enrique. Sei stupito che sia arrivato sin qua? In Italia non c’è molta pazienza: alcuni allenatori prendono una strada nuova, poi non hanno i risultati e vengono esonerati. Lui ha rischiato l’esonero. Seconda cosa: la Roma ha troppi pochi punti per come ha giocato?


“Rischiato l’esonero no, perché penso che Luis Enrique abbia sempre avuto l’appoggio totale da parte della società, da parte dell’ambiente e questo è merito suo, perché ha portato comunque una mentalità, un modo di vedere il calcio alla sua maniera, ed è stato sposato dalla società, dai calciatori e dall’ambiente, perchè non dimentichiamo che Roma è un ambientino un po’ difficile e quindi da questo punto di vista penso che la società abbia fatto un grandissimo lavoro, proteggendolo nei momenti più difficili. Detto questo, ho stima e rispetto nei confronti di Luis Enrique. Poi alla fine ognuno ha i punti che si merita. Loro hanno iniziato un percorso così come lo abbiamo iniziato noi; noi siamo stati un po’ più spediti rispetto a loro”.

Il presidente tempo fa aveva detto che aveva l’impressione di vedere una Juve contro tutto e contro tutti. Com’è la sensazione di tentare di vincere in questo modo?


“Io dico che arrivare a sei giornate dalla fine, con la possibilità di coronare un sogno e con una finale di Coppa Italia da giocare, è veramente qualcosa di bello, è qualcosa che ci deve dare orgoglio e soddisfazione. E adesso visto che ci siamo, cerchiamo di arrivare fino alla fine nel migliore dei modi, dando tutto noi stessi. Se il tutto noi stessi ci porterà a vincere il campionato, saremmo ancora più contenti, altrimenti complimenti a questi ragazzi per quello che stanno facendo, ma sono convinto che ognuno di noi cercherà di ottenere il massimo da qui fino alla fine del campionato, Coppa Italia compresa”.

 

Fonte: tuttojuve

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