Luis Enrique crede nell’impresa allo Stadium: ”La differenza in classifica è chiara, ma potremmo essere i primi a batterli. Giocare a Torino contro una squadra che non ha mai perso mi dà una motivazione incredibile. E poi c’è lo stimolo di giocare per essere in Europa il prossimo anno, la motivazione sarà al cento per cento’
A distanza di tre mesi, il ritornello è ancora lo stesso, “Potremmo essere i primi a batterli e questo è un grande stimolo”. Tre mesi in cui la Roma ha perso altre 6 volte (e in tutto fanno 12 in campionato), mentre la Juventus ha continuato il suo percorso netto, senza scivoloni. Eppure, Luis Enrique non pone limiti alla sua squadra: “Non firmo per il pareggio”.
“NON FIRMO PER IL PAREGGIO” – La differenza tra Roma e Juventus è fin troppo evidente: bianconeri imbattuti, primi in classifica, finalisti in coppa Italia. I giallorossi invece restano intrappolati in un’altalena di risultati che non offre garanzie non solo per l’esito finale della stagione, ma anche del singolo appuntamento. Un concetto condiviso anche da Luis Enrique: “La differenza tra Roma e Juventus è chiara in classifica – conferma l’asturiano – ma per quanto riguarda una partita singola come questa, penso che sia un confronto aperto, con due squadre che si sa chiaramente come giocano e cosa possono fare”. Anche per questo, Luis non cambierà la propria ricetta, al di là di accorgimenti e contromisure: “Non vado a parlare di cosa andiamo a fare e come lo faremo. Faremo quello che abbiamo fatto tutto l’anno, poi con più o meno cattiveria non lo so. Ma ho la garanzia di quello che vuole essere la Roma e che andremo a fare la nostra proposta in casa della prima in classifica”. Un concetto rinforzato anche scendendo nel dettaglio del risultato che potrebbe farlo sorridere: “Mi dispiace, ma non firmo per il pareggio. Non significa essere presuntuoso, ma mai prima della partita firmo per il pareggio. Preferisco rischiare tutto per vincere. Solo negli scontri diretti può essere diverso ma contro la Juventus andremo lì e faremo di tutto per vincere”.
“PER L’EUROPA E PER ESSERE I PRIMI A BATTERLI” – Ciò nonostante, l’imbattibilità della Juventus impressiona Luis Enrique ben più del primato in classifica: “Chiaramente pensavo che potesse lottare per il titolo, ma mi sorprende che non abbia ancora perso. Ho visto la Juventus giocare con tutte le squadre che stanno sotto con un’intensità come se affrontasse il Milan”. Un fattore che però non spaventa l’asturiano: “Giocare nello stadio della Juventus contro una squadra che non ha mai perso mi dà una motivazione incredibile, possiamo essere i primi a vincere. E poi c’è lo stimolo di giocare per essere in Europa il prossimo anno, la motivazione sarà al cento per cento. Impauriti non lo saremo, i nostri giocatori sono abituati alle atmosfere da 60, 70, 80 mila spettatori”. Semmai preoccupa di più l’esperienza recente del match di coppa Italia: “Loro non ti permettono di sbagliare. Se faremo degli errori, saremo punti. In Coppa Italia, senza essere inferiori, abbiamo perso 3-0”. Questa la differenza tra Roma e Juventus. Come la capacità di adattamento ai propri uomini sembra la distanza tra Conte e l’integralista Luis. “Ma integralista – sbuffa l’asturiano – è una parola quasi brutta. Il mio peccato è che sono convinto che quello che cerco di trasmettere ai giocatori sia un’idea giusta. Nel girone di andata l’unica squadra che nella singola partita ho visto per differenza superiore a noi è stato il Milan. E in campionato solo in 4 stanno facendo meglio di noi. Ma ognuno merita i punti che ha, noi siamo stati irregolari e per questo siamo lontani”.
“DANIELE MEGLIO REGISTA, LA GESTIONE DI TOTTI? PENSO AL GRUPPO” – Nella gara di andata, in cui la Roma ha sfiorato il successo contro la Juve, aveva debuttato in difesa De Rossi. Una soluzione che potrebbe essere riproposta: “Può essere – ammette Luis Enrique – un allenatore deve valutare non solo lo stato fisico ma anche mentale, arriviamo alla fine con tantissime partite in una settimana. Chiamala emergenza, chiamala come vuoi, ma è una possibilità in più e a me piace avere più possibilità. Da difensore centrale Daniele ti regala moltissime soluzioni, ma io penso che diventi un giocatore di altissimo livello come regista”. Chiusura sull’ultima sfida tra Totti e Del Piero: “Sono due campioni, lo stanno dimostrando, e sono due persone di altissimo livello non solo come calciatori”. Con un po’ di malizia, ci si potrebbe domandare se la gestione part time di un simbolo come Del Piero sarebbe possibile in una città come Roma. Ma Luis non concede la soddisfazione di una risposta: “Non so se gestire un capitano a Roma sarebbe più difficile che a Torino, ti dico che io lo gestirei pensando sempre prima al gruppo e poi ai singoli. Perché così deve essere”. E così sarà: anche domani a Torino.