(M. Pinci) – “A fine stagione parleremo con la società e decideremo cosa fare”: così Luis Enrique ha spalancato ufficialmente un oceano di dubbi sulla propria permanenza nella capitale. Il futuro è una terra straniera, verrebbe da dire, parafrasando il titolo di un film del 2008. La Roma, ad esempio, non sa ancora se il suo manterrà radici asturiane. Ma quali sono i “se” che il tecnico romanista pone sulla propria strada? Non gli investimenti futuri: in fondo, quando ha scelto la Roma non c’era neanche un presidente. Le sue resistenze sono soprattutto di carattere ambientale, di sintonia con il mondo Roma. In tre mesi è passato dal sentirsi elemento coagulante a fattore di disturbo. Luis è “sofferente”: per quella fiducia che ha sentito volare via, dal pubblico e in qualche caso anche dai giocatori. Piccole crepe: le contestazioni dei supporters, ma anche alcuni atteggiamenti della squadra. Come a Torino, dove il gruppo è rimasto stupito dalle scelte iniziali (Perrotta a uomo su Pirlo) che stravolgevano l’atteggiamento provato nella settimana. E tanti l’hanno detto apertamente. A convincerlo a restare ci proverà personalmente anche Pallotta: intanto Luis ha iniziato a pianificare il mercato, solo semplici indicazioni. Per muoversi la Roma aspetterà la sua decisione, “a fine stagione”: in fondo mancano appena 13 giorni per sapere se che estate sarà.
LA REPUBBLICA Tutti i “se” di Luis Enrique. Stek, stagione già finita
Non solo dal punto di vista tecnico. Tra luglio e agosto la Roma rischia l’overbooking: al ritiro di Riscone e alla tournée americana che ha già fatto vendere 25 mila biglietti per il match del 25 luglio a Boston contro il Liverpool, potrebbe aggiungersi il preliminare di Europa League: riuscisse a chiudere sesta, la Roma dovrebbe poi scendere in campo per il primo match europeo il 2 agosto, a 48 ore dal rientro dagli States. Un calendario fittissimo, in cui potrebbe aggiungersi un mini-ciclo di amichevoli a maggio (proposta l’India, difficile). Fitto come il calendario di serie A: domani la Roma sarà in campo a Verona contro il Chievo, con un lieve dubbio Bojan, fermatosi per un fastidio al polpaccio, e la sicura assenza di Stekelenburg, che non vuole rischiare. La sua stagione è già finita.