Fuorigioco a palla scoperta, pressing inesistente, lentezza nella manovra, calciatori sprovvisti di mordente, tenuta atletica scadente, egoismo, mediocrità. Dopo dieci mesi di “progetto” e ricerca di una fenomenica “idea” di gioco, la Roma resta impantanata nelle sabbie mobili dell’anonimato. Schiava di se stessa. Di un percorso zoppicante, fatto di rari exploit e costanti delusioni. Quattordici sconfitte stagionali rappresentano un fallimento a limite del ridicolo e privo di qualunque scusante. In molti tifosi inizia a montare un sentimento di profonda depressione, un atteggiamento di totale indolenza verso l’altalenante verve del gruppo giallorosso. La sonora disfatta di Lecce è lo specchio di una passività ormai evidente. Una passività inspiegabile, soprattutto, se paragonata ad altre squadre (tecnicamente più scarse) che fanno del carattere la loro arma più tagliente e navigano in posizioni di classifica oltre ogni umana interpretazione. Adesso, però, bisogna dire basta. Basta agli atteggiamenti divistici. Basta con i capricci. Basta con l’integralismo tattico. Basta con le prese per il culo. Basta con ogni forma di finta deferenza nei confronti di un popolo colpevole soltanto di amare e rincorrere un sogno chiamato Roma. Oggi, i numeri impongono un taglio netto col recente passato. Una spaccatura che permetta di tornare a vivere dignitosamente la propria fede senza dover patire la sindrome dello yo-yo. Società, allenatore e calciatori si prendano le loro responsabilità e dimostrino di meritarsi stima e affetto. Costruiscano sul campo le fondamenta per il futuro e lo facciano nel rispetto del presente. Senza proclami o percorsi tortuosi. La Roma e i suoi sostenitori meritano attenzione e successi. L’obbligo, morale e non, è quello di non ripetere MAI più l’indecente trasferta in Salento. Chi non si sente parte integrante dell’equipaggio di questa nave salga sulla scialuppa e sbarchi al primo porto disponibile. Ufficiali compresi. La Roma è dei tifosi e la tolleranza è una cambiale che, ormai, è prontissima per essere mandata all’incasso. Nessuno se lo dimentichi.