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LA TANA DELL’ORSO BRUNI L’obiettivo è sempre chiaro: Entrare in Europa!

De Rossi e Osvaldo

Cinque gol fatti, due subiti. Un po’ d’affanno, qualche fesseria ma anche tre punti. La Roma, stavolta, ha saputo fare di necessità virtù e, sotto certi aspetti, trarre beneficio dai propri errori. E’ andata sotto (meritatamente) e, con un’inaspettata forza d’animo, ha rialzato la capoccia e deciso di fare quello che molto spesso, specie negli ultimi tempi, le era mancato: segnare. Su palla inattiva e in contropiede. Sfidando la fortuna e senza sedersi a tavolino a fare troppi calcoli. La squadra di Luis Enrique non ha impressionato per dinamismo e possesso palla. Gestione del gioco e cattiveria agonistica. La fase difensiva, come sempre, ha lasciato più di un dubbio e il centrocampo non è sembrato così vorace come avrebbe imposto la limitata qualità degli avversari. Alla fine, però, il rotondo successo ha lenito le profonde scottature di una stagione vissuta col fiatone e ringalluzzito le speranze Champions degli ultra ottimisti. Con otto giornate a disposizione e un calendario abbastanza compiacente, se non altro per la possibilità di giocare all’Olimpico gli scontri diretti con Udinese e Napoli, la Roma sarà artefice del suo destino. L’obiettivo è sempre chiaro: entrare in Europa. Che sia quella dei grandi o la copia bruttina della cara e compianta coppa Uefa. Immaginare un’altra stagione a fare da spettatori mentre club decisamente meno blasonati si divertono a scorazzare per il Vecchio Continente, oltre ad essere avvilente per i tifosi, rischierebbe di schiacciare a terra il progetto di crescita romanista. La gente lo vuole. La società lo impone. La squadra lo spera. Inutile, tuttavia, fare calcoli e mettersi davanti al pallottoliere. L’unica certezza, ad oggi, la regala la serie A: un torneo qualitativamente scadente e privo di verve. Prima delle tabelle bisogna guardare al proprio orticello e dare una svolta ad un’annata prodiga di pochi alti e troppi bassi. L’ultima chiamata si chiama Lecce. Vincere in Salento darebbe un segnale forte e apparecchierebbe la squadra per un finale di stagione adeguato alle sue effettive potenzialità. Lasciare punti, invece, manterrebbe acceso il consueto lumicino di (vana) speranza ma segnerebbe, realisticamente, il resto della rincorsa. E’ arrivato il momento di dare corpo alle parole e mettere in soffitta, perlomeno per qualche settimana, le teorie avveniristiche. Gli ideali hanno la loro importanza perché ti consentono di sognare, ma è il pane che ti permette di vivere.

A cura di Piergiorgio Bruni

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