Fischio d’avvio, anche in Italia, per la costruzione di stadi nuovi e la ristrutturazione di quelli vecchi secondo i canoni più moderni. Dopo anni di attesa, la legge sugli impianti sportivi ha finalmente imboccato la strada giusta verso l’approvazione alla Camera. Dopo il via libera al complesso degli emendamenti, e quindi la definizione del testo finale, la proposta di legge verràapprovata in commissione in sede legislativa, ‘bypassando’ il passaggio in aula. Il tutto, ed è quello che conta ai fini dell’approvazione, grazie all’intesa di tutti i partiti politici. «È un lavoro da rivendicare con orgoglio, perchè c’è stato un contributo corale da parte di tutti per modificare la legge», sottolinea il relatore del provvedimento, Claudio Barbaro (Fli). La legge adesso dovrà tornare al Senato, dove era stata già approvata in commissione in legislativa, e lo stesso Barbaro prevede un«incontro tra senatori, deputati e il ministro competente per permettere una condotta che possa assicurare una lettura veloce». L’impatto del provvedimento sulla realtà italiana può essere notevole perchè, come è noto, la legge introduce in Italia il concetto di «impianto multifunzionale», con attività sportive ma anche culturali, commerciali e residenziali, superando la vecchia nozione di stadio Barbaro, però, a questo proposito richiama alle proprie responsabilità il mondo sportivo. «La legge è stata spesso presentata come una panacea, ma così non è perchè dove c’è la volontà e la disponibilità finanziaria le cose si riescono a fare lo stesso, come dimostra il caso Juventus. È vero, però, che la Juve a costruire lo stadio ci ha messo 10 anni. Con la nuova legge si può snellire tutto». Per il relatore, insomma, «la legge può fare molto ma il mondo dello sport, quello più interessato, deve fare il salto di qualità adeguato». Anche perchè il provvedimento provocherebbe un movimento economico potenziale calcolato sul miliardo di euro, considerato che la legge fa leva sullo strumento urbanistico, e «oggi non vedo che il mondo dello sport possa produrre risultati di questo tipo». In Serie A marciano verso lo stadio di proprietà in nove: Lazio, Roma, Cagliari, Fiorentina, Palermo, Udinese, Siena e Atalanta.
Un movimento economico che la nuova legge non fa altro che spingere. Le finalità della Pdl, infatti, sono «la semplificazione e l’accelerazione delle procedure amministrative» per «favorire e di incentivare la realizzazione di nuovi impianti sportivi e stadi ovvero la ristrutturazione di quelli già esistenti». Il ruolo chiave per realizzare tutto ciò viene affidato al «Piano triennale di intervento straordinario» che prevede, «nei limiti delle risorse disponibili, la concessione di contributi destinati all’abbattimento degli interessi sul conto capitale degli investimenti. A tal fine è istituito presso la presidenza del Consiglio dei ministri un fondo». Ma la vera novità del provvedimento è la nuova definizione di stadio, cioè «l’impianto sportivo, purchè di almeno 10.000 posti a sedere allo scoperto e di 7.500 posti a sedere al coperto», con «parti destinate alle attività culturali e commerciali della società sportiva, fra le quali le attività di vendita dei propri prodotti e dei propri servizi, l’eventuale sede legale e operativa, il museo ed altri locali destinati ad attività di ristoro, di ricreazione e di commercio» Non solo, ma il «complesso multifunzionale» può comprendere tra le varie cose «altri impianti sportivi, attività ricettive, di svago, per il tempo libero, culturali e di servizio, nonchè eventuali insediamenti residenziali o direzionali tali da valorizzare ulteriormente il complesso, anche con riferimento agli interessi pubblici di riqualificazione urbana». L’individuazione delle aree nelle quali realizzare il nuovo stadio è affidata all’iniziativa del proponente o del comune, e l’impianto dovrà garantire, per legge, «le migliori condizioni di visibilità per gli spettatori anche in relazione alla distanza tra le tribune e il campo di gioco», ma anche «locali da adibire a palestra, servizi commerciali, spazi destinati ad attività sociali ad uso della cittadinanza, anche mediante convenzioni con istituti scolastici, associazioni sportive dilettantistiche, federazioni sportive nazionali ed enti di promozione sportiva». Non solo, bisognerà assicurare, tra le altre cose, «la massima sicurezza degli stadi», la «previsione di box o palchi per seguire le manifestazioni sportive da una posizione privilegiata», la «massima adattabilità alle riprese televisive», la«previsione di un sistema di telecamere a circuito chiuso e di una centrale operativa da cui siano visibili le immagini di tutte le telecamere, situata in un locale all’interno dello stadio»
Fonte: Adnkronos