(F. Balzani) Protagonista storico di scontri indimenticabile tra le due compagini, Hidetoshi Nakata, ha espresso un giudizio sulla partita e sul suo futuro. Ecco le sue parole:
Nakata, se lo ricorda quel gol alla Juve?
“E chi se lo scorda? Mi ha cambiato la vita. Ogni volta che torno a Roma tutti mi ricordano quella rete nell’anno dello scudetto. Fu un emozione unica”.
È stato quello il punto più alto della sua carriera?
“Direi di sì, quella è la squadra più forte con la quale abbia mai giocato anche se non ho trovato molto spazio”.
Lei era la bestia nera della Juve alla quale segnò altri due gol con la maglia del Perugia.
“Era il mio esordio in serie A, quasi non ci credevo. Però perdemmo lo stesso (3-4 ndr)”.
Domenica sera Roma e Juve si affrontato a Torino, che partita si aspetta?
“È sempre una sfida dal sapore particolare, anche se dopo Calciopoli qualcosa è cambiato. La Juve lotta per lo scudetto quindi avrà più stimoli, ma io tiferò Roma”.
Le piace il gioco di Luis Enrique?
“Molto, lui è stato un grande anche da calciatore. La Roma ha un’idea di calcio spettacolare e punta giustamente sui giovani”.
Segue ancora la serie A?
“A dire il vero non tantissimo. Il calcio è uno sport che non mi appassiona più, perché si parla solo di forza fisica e non di classe”.
A proposito di classe, domenica si affronteranno forse per l’ultima volta Totti e Del Piero.
“Alex e Francesco sono gli ultimi due campioni rimasti in serie A. Entrambi possono cambiare una partita con un singolo colpo. Due esempi puri in un calcio troppo polemico e poco divertente”.
Per questo ha appeso gli scarpini al chiodo a 29 anni?
“Il calcio mi manca, non lo nego. E resta uno sport incredibile che pratico appena posso per strada a piedi nudi, così come in uno stadio per beneficenza. Ho iniziato a giocare a pallone a 9 anni. Eravamo in molti e un solo campo e ci toccava fare i turni. Mi capitò di giocare anche alle 5 o alle 6 del mattino”.
E allora perché decidere di mollare?
“Non avevo più stimoli anche se ho ricevuto offerte milionarie da Dubai e Usa. Ho scoperto che viaggiare in giro per il mondo da persona normale è qualcosa di unico. Se si viaggiasse di più ci sarebbero meno pregiudizi stupidi e si capirebbero tante cose su noi stessi (tra il 2008 e il 2012 ha visitato ben 56 nazioni ndr)”.
Ma c’è una squadra che le piace?
“Certo: il Barcellona. Sono dei fenomeni”.