(F.Bianchi) – La (nuova) piovra del calcio. Le scommesse. I dati sono impressionanti. Graham Peaker, Uefa “intelligence coordinator“, in occasione del workshop di Helsinki, ha spiegato: “Il mercato del fixing è globale ed endemico. Ogni giorno hanno un nuovo modo di agire. Con una semplice telefonata, trasferiscono ingenti somme di denari da una parte all’altra del mondo: il valore annuale stimato del gioco è pari a oltre 500 miliardi di euro, di cui il 32 per cento in Europa, il 44 in Asia, il 5 in Oceania, il 16 in Nord America, il 2 in Africa e l’1 in Sudamerica”. Una piovra contro cui stanno lottando Fifa, Uefa, le Federazioni nazionali. Hanno chiesto anche aiuto all’Interpol: la “guerra” è appena iniziata. Ma, intanto, ecco che rischia di sconvolgere i nostri campionati: dalla serie A alla Lega Pro, sarà un’estate di processi (due? tre?), di condanne, di polemiche, di ricorsi. Saranno deferiti più di cinquanta tesserati e decine di società: il pool di Stefano Palazzi sta lavorando ormai a pieno ritmo. Uno staff di 12 persone della procura Figc che si sta interessando (solo) al calcioscommesse. Il presidente Giancarlo Abete ha chiesto di fare (il più possibile) in fretta, di fare bene, di fare pulizia. Entro fine mese ci saranno i primi deferimenti: riguarderanno una parte (non tutta) delle carte di Cremona, perché la procura della Repubblica di Bari, ad esempio, ancora non ha fatto avere nulla a Palazzi. Il procuratore Figc è in ottimi rapporti con il capo della procura pugliese Laudati, di cui è stato anche auditore. Ma le indagini a Bari sono ancora in (pieno) corso e molti verbali sono stati secretati: la Figc non si può ancora muovere. Comunque ha già sufficiente materiale da Cremona per “rinviare a giudizio” già un discreto numero di tesserati e club. In serie A, a indagini concluse (calcolando quindi anche Bari), potrebbero essere addirittura undici le società coinvolte, con responsabilità diverse: Atalanta, Bologna, Cesena, Parma, Chievo, Genoa, Lazio, Lecce, Novara, Siena, Udinese. In B, stando a quello che esce dai verbali, il Bari sembra spacciato. Coinvolta anche la Sampdoria. C’è da chiedersi che controllo facevano alcuni dirigenti sui loro calciatori… E’ difficile oggi stabilire il grado di responsabilità dei club: come noto, esistono la responsabilità oggettiva, quella presunta e diretta (quando sono coinvolti i dirigenti). I deferimenti potrebbero riguardare l’articolo 1 (lealtà, ecc.) e il 6 (illecito). L’articolo 18 del codice di giustizia sportiva è chiaro: “La penalizzazione sul punteggio, che si appalesi inefficace nella stagione sportiva in corso, può essere fatta scontare, in tutto o in parte, nella stagione seguente”. La pena insomma deve essere afflittiva. Possibile quindi che alcuni club siano puniti quest’anno (addio qualificazione europea o salvezza), e altri debbano iniziare la stagione 2012-’13 con dei punti di penalizzazione. Alcune società rischiano da tre punti in su: ma se la gara taroccata ad esempio ha portato alla salvezza, la pena richiesta potrebbe essere molto più alta (anche dieci punti). Non si sommano le gare. Nel caso dell’Atalanta, ad esempio, che già stato scontando sei punti di penalizzazione, ci sono in ballo altre due partite: ma questo non vuol dire che avrà altri sei punti, da scontare magari nella prossima stagione. Per una questione di “continuazione”, potrebbe averne solo due-tre. Nel caso di responsabilità diretta è prevista invece la retrocessione all’ultimo posto in classifica. Alcuni club hanno messo all’esame del giorno, per l’assemblea di Lega di A del 20 aprile, la questione della responsabilità oggettiva. Una cosa deve essere chiara: i processi di questa estate si terranno con le norme attuali. Lo ha assicurato ieri Abete. In futuro, si vedrà: la Figc già prevede sconti di pena per chi collabora ed è anche pronta a migliorare il sistema della responsabilità oggettiva, per evitare che, in qualche caso, i club abbiano un doppio danno. Ma bisognerà tenere conto anche di Fifa, Uefa e Coni. Una (eventuale) riforma quindi arriverà chissà quando. Per ora si va avanti con queste regole. Già la scorsa estate Palazzi d’altronde chiese delle “esimenti” per i club: lo stesso dovrebbe fare nei prossimi processi. I tesserati invece, se non si pentono, saranno stangati: Gervasoni, ad esempio, era stato radiato dalla giustizia sportiva la scorsa estate prima ancora che fosse indagato da quella ordinaria. L’Uefa inoltre vieta l’iscrizione alle Coppe europee per i club condannati per illecito: insomma, le classifiche potrebbero davvero essere sconvolte. Questo scandalo è vero che non coinvolge i vertici (Juve e Milano, in lotta per il titolo, ne sono totalmente fuori) ma per certi aspetti è peggio ancora di Calciopoli 2006, perché allora non ci furono gare taroccate (lo ha detto la sentenza di Napoli), e nemmeno ci fu passaggio di denaro. Qui di soldi invece ne sono girati tanti. Una “slavina” che lascerà sicuramente il segno sul nostro calcio. La Figc se ne rende perfettamente conto: ma non vuole, giustamente, sentire parlare di amnistia. Semmai, si pensa a regole più dure per il futuro. L’Uefa già tiene sotto controllo i campionati europei di prima e seconda divisione (quindi, in Italia, serie A e B). La Lega di A per la prima volta il 20 parlerà di scommesse: evviva, non è mai troppo tardi… La Lega di B, con il suo presidente Andrea Abodi, a fine mese presenterà un piano dettagliato. Perché il codice etico qui non basta più, bisogna toccare certi calciatori (infedeli) nel portafoglio. La Lega Pro invece si è affidata alla SportRadar per monitorare il flusso di scommesse. Una battaglia terribile, a tutto campo. Difficile da vincere quando un calciatore di notte si collega con il computer con Singapore. Ma è una battaglia che il mondo del calcio vuole, deve, fare. Altrimenti che si gioca a fare, quali solo le partite pulite? Intanto, oggi Palazzi e il suo staff, conclusi gli interrogatori di Gervasoni, Mauri e Brocchi potrebbero pensare ad un nuovo calendario, o più probabile, chiuderanno qui questa fase e cominceranno a preparare i deferimenti. A fine mese arriverà davvero la slavina.