(M. Pinci) – La Roma torna a credere al terzo posto. Sei punti recuperati alla Lazio dal derby a oggi hanno riacceso le speranze di Luis Enrique di tornare in corsa per la zona Champions League: “Abbiamo il dovere di provarci”, aveva detto subito dopo la vittoria col Novara. Messaggio ricevuto anche dalla squadra, a cominciare da uno dei leader: Daniele De Rossi.
“Dobbiamo continuare a crederci”. Lo sa De Rossi, che da Ostia, casa sua, ospite della “Pasqua Paralimpica” organizzata dal Cip di Roma al Palafijikam, prende l’onda lunga della vittoria col Novara per ribadire quello che aveva detto dopo la partita: “Sì, da domenica non è cambiato niente, anche se Il fatto che abbiano perso anche Udinese e Napoli è un vantaggio ulteriore”. Un nuovo vantaggio da sfruttare nelle restanti otto partite, che vedranno la Roma impegnata proprio contro udinese e Napoli in due confronti diretti davanti al pubblico dell’Olimpico. “Siamo lì vicino e bisognerà continuare a pedalare”, ammette Daniele. Chissà che ruolo avrà la pinta emotiva pubblica manifestata dal tecnico Luis Enrique dopo la gara di domenica: “Lui ragiona partita dopo partita – ricorda il regista – e adesso ci saranno ancora più stimoli, anche se non ce n’era bisogno”. E un bisogno che De Rossi aveva sentito domenica pomeriggio era quello di ringraziare Kjaer per averlo aiutato ad interpretare un (quasi) inedito ruolo da centrale. Parole che avevano fatto storcere la bocca a qualche tifoso.
Sabato a Lecce De Rossi potrà comunque tornare nel ruolo di regista in mezzo al campo. Nonostante qualche guaio che lo limita negli allenamenti e nella condizione fisica: “Ho fatto due-tre mesi non proprio tranquillissimi ma l’importante è esserci e che la Roma vinca. Chi invece esce sconfitto dagli ultimi sviluppi dell’inchiesta sul calcio scommesse è il sistema calcio in Italia. Una pagina buia che toglie il sorriso a De Rossi: “C’è grande amarezza perché si spera sempre che l’ultimo giocatore coinvolto sia veramente l’ultimo. Spero che questa storia finisca presto, che ci siano meno giocatori coinvolti possibili e che quelli coinvolti riescano a giustificarsi e a dare le loro versioni”. Per il bene del calcio italiano.